- Tania Polla
Il microbiota intestinale è un delicato ecosistema la cui omeostasi è fondamentale non solo per la digestione e la salute dell’intestino, ma per quella di tutto l’organismo. L’alterazione della composizione o della quantità dei microrganismi intestinali prende il nome di disbiosi. Quando si verifica, la disbiosi intestinale provoca una disregolazione di meccanismi importanti, come il controllo dell’infiammazione, l’assorbimento dei nutrienti e la normale risposta immunitaria. Si possono quindi sviluppare malattie sia su base funzionale, come la sindrome dell'intestino irritabile (IBS), sia su base organica, come infiammazioni intestinali, allergie, fino a malattie extraintestinali, come malattie cardiovascolari, obesità e malattie metaboliche, come diabete e sindrome metabolica.
In questo articolo capiremo com’è composto il microbiota intestinale, facendo una distinzione tra batteri “buoni” e batteri “cattivi”. Faremo una panoramica sui diversi tipi di disbiosi intestinale, come la SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth), la SIFO (Small Intestinal Fungal Overgrowth) e la IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth), e i rischi per la salute associati a tali condizioni. Infine esamineremo il ruolo degli oli essenziali nella disbiosi intestinale come trattamento naturale nella gestione del problema.
Microbiota, batteri “buoni” e batteri “cattivi”
Con il termine microbiota si intendono tutti i microrganismi che colonizzano l’intero apparato digerente. Si tratta di oltre 160 specie diverse batteri, funghi e virus. La distribuzione microbica lungo tutto il tratto gastro intestinale varia significativamente sia in termini di quantità che di composizione. Man mano che ci si avvicina al colon, infatti, la densità microbica aumenta gradualmente, grazie alla progressiva riduzione dell'acidità, mentre la composizione si modifica in funzione della disponibilità di ossigeno.
La distribuzione quantitativa e qualitativa del microbiota è fondamentale per il mantenimento della salute intestinale e sistemica, poiché un'alterazione dell'equilibrio tra i batteri “buoni” e batteri “cattivi” può portare a diverse condizioni patologiche come vedremo successivamente.
Ma cosa si intende per batteri “buoni” e batteri “cattivi”?
Con il termine batteri “buoni” si fa riferimento a microrganismi quali Lattobacilli e Bifidobatteri, che nell’intestino svolgono importanti funzioni per la digestione degli alimenti, la produzione di vitamine, come quelle del gruppo B e K, e di acidi grassi a catena corta. Questi batteri contribuiscono all’assorbimento di vitamine e nutrienti e alla modulazione della risposta immunitaria. Non solo. I lattobacilli e i bifidobatteri contribuiscono all'integrità della barriera intestinale e prevengono la colonizzazione da parte di microrganismi patogeni.
Con il termine batteri “cattivi” intendiamo microrganismi potenzialmente patogeni, normalmente presenti nel microbiota, tenuti “sotto controllo” dai batteri “buoni” affinché la loro quantità sia sempre bassa e non causino problemi. Ne sono un esempio i batteri Escherichia coli e Clostridium difficile, ma anche L’Helicobacter pylori, il patogeno più comune, fastidioso e potenzialmente molto pericoloso, e funghi come la Candida albicans.
Fattori come dieta squilibrata, stress, trattamenti farmacologici o antibiotici possono portare ad una riduzione della quantità delle specie batteriche benefiche (lattobacilli e bifidobatteri) e favorire al contempo la proliferazione di quelle patogene. Tale situazione di squilibrio è riscontrata nelle alterazioni del microbiota intestinale, note come SIBO, SIFO e IMO.
Cos'è la SIBO
Con il termine SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth) o Sovracrescita Batterica del Piccolo Intestino, si intende un eccessivo accumulo di batteri nell’intestino tenue pari o superiori a 10^5 CFU/mL, quando normalmente, come spiegato sopra, la quantità di microrganismi in questo tratto intestinale è molto ridotta.
La SIBO si presenta prevalentemente nei casi in cui vi è un'alterazione della funzionalità intestinale. Infatti viene diagnosticata in associazione ad una IBS-C (sindrome dell'intestino irritabile con stitichezza) oppure quando c’è una modifica della struttura della parete intestinale che porta ad un aumento della permeabilità. Vi sono poi predisposizioni fisiologiche a rendere più suscettibili le persone ad una SIBO. Ad esempio, un malfunzionamento della valvola ileocecale può consentire la risalita di batteri patogeni dal colon all’intestino tenue, determinando una disbiosi. Chi soffre di SIBO presenta generalmente sintomi gastrointestinali generali come dolore addominale, gonfiore, gas, diarrea e alterata peristalsi intestinale.
SIBO: diagnosi, dieta e trattamenti
La diagnosi di SIBO viene fatta tramite la rilevazione di idrogeno e metano, due gas che vengono prodotti quando il lattulosio (che viene ingerito) viene fermentato dalla flora batterica patogena.La dieta in caso di SIBO è generalmente low-FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols), proprio per diminuire la sintomatologia, riducendo la disponibilità di substrati fermentabili ai batteri patogeni.
I trattamenti possono essere divisi in due gruppi: farmacologici e non farmacologici. Tra i trattamenti farmacologici troviamo la terapia antibiotica, mentre i trattamenti naturali per la SIBO consistono in cicli di probiotici, spesso in associazione ad integratori di oli essenziali di origano, menta e cannella, possibilmente a rilascio controllato.
Che cos'è la SIFO
La SIFO (Small Intestinal Fungal Overgrowth), o Sovracrescita Fungina del Piccolo Intestino, si riferisce alla proliferazione eccessiva di funghi, principalmente del genere Candida. È una condizione poco diffusa che presenta una sintomatologia molto simile a quella della SIBO, come gonfiore, dolore addominale, diarrea e sensazione di sazietà precoce.
Questa situazione viene riscontrata principalmente in persone con una ridotta capacità immunitaria (vedi pazienti con HIV o che seguono trattamenti chemioterapici), pazienti con diabete o pazienti che si sono sottoposti a terapie antibiotiche. Il rischio di sviluppare SIFO è presente anche nelle persone sane che subiscono un indebolimento del sistema immunitario per varia natura o che seguono una dieta ricca di zuccheri per lunghi periodi di tempo.
Il trattamento della SIFO è complesso e deve essere personalizzato per ogni paziente. Alcuni ceppi di Candida possono infatti essere resistenti ai consueti agenti antimicotici utilizzati. Ad oggi si stanno dunque cercando strategie sinergiche per favorire la risoluzione della SIFO mediante, come vedremo di seguito, trattamenti naturali come l’utilizzo di specifici oli essenziali.
Che cos'è la IMO
La IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth) o Sovracrescita di Metano nell'Intestino è una condizione caratterizzata da un'eccessiva presenza di batteri metanogeni, ossia quei microrganismi che producono metano durante la digestione.
Uno dei microrganismi protagonisti di questa patologia è il Methanobrevibacter smithii, il quale si nutre di carboidrati non digeriti e li fermenta producendo metano. Il metano causa un rallentamento della motilità intestinale ed è quindi correlato a sintomi come stitichezza, gonfiore addominale e crampi. Anche la IMO è una condizione che si riscontra spesso in concomitanza ad IBS-C.
Esame delle feci: quando è importante farlo
Oltre ai test sopra menzionati per la diagnosi di disbiosi, l’esame del microbiota su un campione fecale può essere importante per avere una visione d’insieme circa la salute intestinale nei soggetti con sintomatologia positiva. Da un campione di feci è possibile condurre una coprocoltura, che identifica e quantifica sia la flora virtuosa che quella patogena, insieme alla determinazione di istamina fecale, calprotectina fecale e zonulina fecale, tutti parametri che forniscono informazioni accurate circa uno stato pro-infiammatorio e la presenza di permeabilità intestinale.
Disbiosi intestinale e rischi associati
La disbiosi intestinale ha un impatto non solo sulla salute del tratto gastro intestinale ma su quella dell’intero organismo. Oltre ad incidere negativamente sulla qualità di vita dei pazienti, causando sintomi come disagio, dolori addominali, gonfiore, flatulenza, diarrea e costipazione, può portare a malassorbimento, con conseguenti carenze nutrizionali, anemia o ipoproteinemia.
I rischi per la salute associati alla disbiosi trovano spiegazione nel collegamento tra disbiosi e alterazione della permeabilità intestinale.
Quando viene meno la normale funzionalità di barriera intestinale si aprono le porte per molecole indesiderate verso il flusso sanguigno. Un’elevata esposizione ad endotossine e al lipopolisaccaride (LPS), una componente strutturale della membrana esterna dei batteri Gram-negativi, scatena una risposta infiammatoria nel nostro organismo.
Queste risposte infiammatorie, anche se di bassa entità, si correlano a numerose patologie sistemiche. Un'ampia letteratura scientifica conferma l'impatto multifattoriale della SIBO sulle malattie gastrointestinali, cardiovascolari, endocrine, neurologiche, nefrologiche e ossee.
Molte malattie metaboliche, quali obesità, il diabete e la sindrome metabolica sono strettamente correlate alla riduzione dei batteri "buoni” coinvolti nella digestione, nell’assorbimento e nel metabolismo dei nutrienti, e il loro squilibrio può alterare la regolazione del metabolismo energetico. La ricerca mostra infatti che le persone in sovrappeso e obese hanno una composizione del microbiota diversa rispetto agli individui normopeso. Inoltre, anche i parametri metabolici come indice di massa corporea (BMI), percentuale di grasso corporeo, insulina, leptina e proteina C-reattiva sono correlabili alla disbiosi intestinale.
Oltre a quanto descritto, gli squilibri della flora intestinale hanno un impatto sulla salute mentale. Disturbi come depressione ed ansia sono correlati alla disbiosi e a disturbi gastrointestinali, in quando viene ad essere interessato l’asse intestino-cervello, con squilibri nella produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, con un impatto negativo sull’umore e sulle capacità cognitive.
In ultimo, ma non per importanza, la presenza di disbiosi intestinale è correlata con l’aumento dell’incidenza delle malattie cardiovascolari. La presenza di metaboliti pro-infiammatori è sicuramente un fattore che contribuisce a peggiorare quadri clinici di ipertensione arteriosa e aterosclerosi.
Trattamenti naturali per la disbiosi: il ruolo degli oli essenziali
È interessante notare come negli ultimi anni gli oli essenziali, grazie alla scoperta del ruolo dei loro componenti bioattivi, stiano emergendo come una possibile risorsa terapeutica per modulare il microbiota e contrastare gli effetti negativi della disbiosi. Grazie alle loro proprietà antimicrobiche, antimicotiche, antispasmodiche, antinfiammatorie e di supporto alla digestione, gli oli essenziali si rivelano utili nella gestione dei disturbi intestinali.
Il Carvacrolo e il Mentolo, contenuti rispettivamente negli oli essenziali di origano e menta, possiedono potenti proprietà antibatteriche e antifungine, e hanno dimostrato un’azione selettiva contro i microrganismi patogeni. Il Carvacrolo in particolare è utilizzato in caso di SIBO, in quanto non solo è in grado di ridurre la sovracrescita batterica patogena, ma a differenza degli antibiotici non provoca resistenza.
Il Mentolo ha inoltre un’azione sia di supporto della digestione che di miglioramento della motilità intestinale. Nei casi di disbiosi il mentolo previene la fermentazione e l’eccesso di gas migliorando la distensione addominale, ovvero quella spiacevole sensazione di “pancia gonfia” e quindi diventa particolarmente utile in caso di SIBO e IMO.
L'Acido Rosmarinico, contenuto nel rosmarino è tra quelli che maggiormente dimostra un effetto antinfiammatorio, punto cruciale sia di sintomi intestinali che sistemici. Una riduzione dell’infiammazione migliora l'integrità della barriera intestinale, riducendo la permeabilità e così l'ingresso di molecole tossiche nel circolo sanguigno.
La Cinnamaldeide e l'Eugenolo, contenuti rispettivamente negli oli essenziali di cannella e garofano, sono degli ottimi modulatori del microbiota in quanto favoriscono la crescita dei batteri buoni promuovendo il riequilibrio della flora batterica intestinale, oltre a migliorare l'assorbimento dei nutrienti e il benessere intestinale. Inoltre, insieme all’origano, la cannella gode di una potente azione antifungina contro la Candida Albicans e quindi la loro sinergia si rende molto utile in caso di SIFO, specialmente nei soggetti che risultano resistenti ai consueti agenti antimicotici.
Gli oli essenziali hanno il vantaggio (rispetto ai farmaci che hanno un solo bersaglio specifico sul patogeno) di avere uno spettro d’azione ampio e multi-target. Questo può contribuire ad incrementare le possibilità di successo del trattamento. Va da sé che qualsiasi trattamento deve essere concordato con il proprio medico o biologo nutrizionista di riferimento.
Considerazioni finali sulla disbiosi
SIBO, SIFO e IMO necessitano di trattamenti specifici e personalizzati, per i quali è bene rivolgersi a personale qualificato che non solo saprà indicare il trattamento più corretto ma anche la dieta più adeguata da applicare per massimizzare i risultati.
Il trattamento della disbiosi intestinale, se presente, è alla base della salute generale dell’individuo, dove l'obiettivo è il ripristino della salute gastro-intestinale sia riducendo la carica batterica patogena, promuovendo quella benefica, sia lavorando sulla barriera intestinale, limitando la permeabilità e diminuendo di conseguenza sull’infiammazione.
Bibliografia
doi: 10.3390/microorganisms11030573