La steatosi epatica, comunemente definita come “fegato grasso”, è una condizione clinica dovuta ad un accumulo di trigliceridi. Si tratta di una patologia che fino a qualche anno fa era considerata un disturbo innocuo. Purtroppo oggi sappiamo che si tratta di una condizione che se trascurata può causare un'infiammazione cronica del fegato, che a sua volta potrebbe evolvere in gravi complicazioni, come la cirrosi epatica ed in alcuni casi anche in tumore. Si tratta di un problema in costante aumento nella società odierna; la steatosi epatica colpisce infatti sia adulti che bambini in una percentuale poco trascurabile della popolazione mondiale, e la sua insorgenza può essere determinata da diverse cause, tra cui una scorretta alimentazione. Ma come è possibile capire se si ha il fegato grasso o infiammato, e soprattutto si può prevenire e curare? Scopriamo cause, rimedi e la dieta più indicata e gli integratori specifici per il fegato grasso.
Steatosi epatica
Per spiegare cos’è la steatosi epatica partiremo dall’organo interessato dalla malattia. Il fegato è l’organo più grande del nostro organismo e, come tutti gli organi, va tutelato e protetto da malattie infiammatorie, degenerative e tumorali. La malattia epatica che si diagnostica con una certa frequenza è la steatosi epatica, comunemente detta anche “fegato grasso”, che è presente in Italia in circa il 20% della popolazione generale. In generale si definisce steatosi epatica l’accumulo di grasso a livello del fegato, che interessa circa il 5 % delle cellule del fegato.
Nei Paesi occidentali la steatosi epatica ha una prevalenza del 30%, mentre nei Paesi in via di sviluppo si aggira intorno al 10%. Questo dato ci fa capire che si tratta di una patologia del benessere, ovvero legata ad un’abbondanza di cibo. Solitamente steatosi epatica, obesità e diabete di tipo 2 sono malattie interconnesse. La prevalenza di steatosi è infatti doppia in soggetti obesi rispetto ai soggetti normopeso.
Tuttavia, in linea generale, i soggetti con steatosi appartengono a categorie diverse tra loro: soggetti senza altre patologie, con diabete di tipo 2, con sindrome metabolica, con infezione da virus dell’epatite C, con infezione da virus HIV. Sia la NAFLD (non alcoholic fatty liver disease) che la steatosi epatica di tipo alcolica sono comunque patologie sempre più emergenti, la cui maggiore incidenza ha indotto i ricercatori ad approfondirne le cause.
Fegato grasso o fegato ingrossato?
Fegato grasso e fegato grosso sono sinonimi? Indicano la stessa condizione?
Il fegato grasso, anche definito come steatosico, è quella condizione che si verifica in seguito ad un accumulo di acidi grassi sotto forma di trigliceridi nelle cellule del fegato. Il fatto che nel fegato si concentri una certa quantità di grassi è del tutto normale e non deve destare preoccupazione: non è infatti sempre necessaria una dieta depurativa per il fegato “grasso”.
Come capire se si ha il fegato grasso? Se il grasso a livello epatico supera il 5- 10% del peso del fegato, possiamo dire che questa condizione di accumulo diviene anomala, conducendo alla steatosi epatica e di conseguenza alla probabilità che si verifichino una serie di complicanze ad essa associate. Tutto questo quando si verifica e perché? In generale a causa di una dieta sbilanciata e/o in seguito all'abuso di alcolici, il fegato non riesce a smaltire i lipidi, e si assiste ad un sovraccarico dell’organo: in questa condizione diviene necessario depurare il “fegato grasso” mediante la dieta ed altri accorgimenti volti a prevenire ulteriori complicazioni.
Perché il fegato diventa grasso? Il fegato ha dimensioni e forma assai variabili, che sono collegate al sesso, all’età ed alla costituzione del soggetto. L’aumento del volume dell’organo epatico, definito con il termine epatomegalia (o più comunemente fegato grosso o fegato ingrossato) può essere causato più frequentemente da cirrosi, steatosi, epatite acuta o cronica. Si tratta quindi di un segno, ovvero di una conseguenza delle suddette patologie.
Attenzione: nella maggior parte dei casi la steatosi epatica è una conseguenza delle malattie del fegato, ma non sempre le due cose sono correlate; il fegato potrebbe ingrossarsi a causa di altri fattori, come ad esempio un carcinoma o per la presenza cisti o tumori benigni. L’aumento del volume del fegato può essere rilevato tramite opportuni esami clinici e confermato dall’ecografia.
Tipi di steatosi epatica
Dopo aver definito cos’è la steatosi epatica, o fegato grasso, è bene precisare che ne esistono due tipi:
- La steatosi epatica non alcolica o semplice (NAFLD)
- La steatosi epatica alcolica (AFDL)
Le patologie steatosiche epatiche alcoliche comportano, attraverso varie vie metaboliche, un accumulo di grassi sottoforma di trigliceridi a livello del fegato. La steatosi epatica, quando interessa quei soggetti che non consumano in maniera abituale alcol, si definisce NAFDL (Non Alcoholic Fatty Liver Disease), ovvero non alcolica.
La steatosi alcolica, detta AFLD (Alcoholic Fatty Liver Disease), è associata ad un consumo giornaliero di una quantità di alcool superiore ai 30 g negli uomini e ai 20 g nelle donne.
Il rischio di sviluppare questa condizione patologica dipende dalla quantità di alcol che si assume e dalla frequenza con cui lo si assume. Qualora venga riscontrata la steatosi alcolica, la prima cosa da fare per non compromettere ulteriormente il fegato grasso è adottare una dieta priva di alcolici e superalcolici, volta a depurare l’organo.
La steatosi epatica causata da un abuso di alcol è molto più pericolosa della steatosi causata da obesità o sindrome metabolica, in quanto questa situazione di accumulo, dovuta ad un aumento della sintesi di trigliceridi, si associa ad un danno della funzione mitocondriale, che scatena a sua volta una serie di meccanismi infiammatori che portano alla degenerazione dell’organo e, nei casi più gravi, alla morte.
Quando la steatosi è pericolosa
Sono diverse le conseguenze della steatosi epatica per la salute. L’accumulo di grasso a livello del tessuto epatico è una condizione che potrebbe avere gravi ripercussioni sulla funzionalità e la regolare struttura dell’organo. Sono infatti in continuo aumento i casi di NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease) o steatosi epatica non alcolica, e di NASH, o steatoepatiti (Non Alcoholic Steatohepatitis), una forma cronica progressiva che in un primo momento non ha gravi conseguenze, ma se trascurata può disturbare ed influenzare negativamente il corretto funzionamento del fegato. A lungo andare in alcuni pazienti la malattia degenera e determina il susseguirsi di una serie di fasi sempre più deleterie per il fegato, che vanno dall’infiammazione, alla fibrosi, e nei casi più gravi alla cirrosi.
Si tratta di una condizione in grado di portare, nei casi peggiori, ad un danno epatico notevole, ovvero l’epatocarcinoma, per cui non basta più seguire accorgimenti legati allo stile di vita, come l'adozione di una dieta apposita per il fegato grasso, ma diventano necessarie terapie continue , se non addirittura il trapianto del fegato. Nei soggetti con steatosi epatica non alcolica le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte.
Nelle persone con steatoepatite semplice non alcolica, la mortalità correlata al fegato risulta essere maggiore. Per quanto riguarda i soggetti con steatosi alcolica, che continuano ad assumere sostanze alcoliche, il danno epatico cronico è associato a quadri clinici con una severità crescente, in quanto in questo caso si tende a progredire piuttosto rapidamente verso condizioni più severe.
Steatosi epatica: sintomi
Il fegato grasso non ha sintomi che ne permettano l’immediata diagnosi. Infatti, questa condizione patologica può danneggiare il fegato per anni o addirittura per decenni senza che la persona ne sia a conoscenza. Molto spesso i soggetti interessati apprendono di avere il fegato grasso solo in seguito ad esami per altre ragioni, o a seguito di un semplice controllo di routine. Si tratta in effetti di una patologia asintomatica.
Gli elementi clinici su cui si basa l’individuazione sono:
- Aumento stabile dell’alanina-aminotransferasi (ALT)
- Aumento dell’aspartato-aminotransferasi (AST)
Si tratta di enzimi particolarmente concentrati nel fegato che permettono di valutare eventuali problemi nella corretta funzionalità dell’organo. Purtroppo non esiste un singolo marker biochimico in grado di confermare la presenza di NAFLD o di distinguere tra NAFLD e NASH e cirrosi.
La presenza di steatosi è individuabile attraverso diverse tecniche di imaging come l’ecografia, la risonanza magnetica o attraverso un esame di tipo istologico. L’esame che conferma la presenza di questa patologia è la biopsia epatica. Tuttavia, per la sua invasività viene presa in considerazione ed effettuata solo in alcuni casi specifici.
Cause della steatosi epatica
Sono diverse le cause attribuibili all’insorgenza della steatosi epatica, per la maggior parte legate a stile di vita e dieta. Le principali condizioni che possono determinare lo sviluppo del fegato grasso sono:
- Sindrome Metabolica (o da insulinoresistenza). Si tratta di una condizione in cui è quasi sempre presente obesità o eccesso ponderale, associata ad un aumento della glicemia e dei trigliceridi, alla riduzione dei valori di colesterolo HDL ed all’ipertensione arteriosa (nei nostri articoli di blog approfondiamo l'importanza di una dieta corretta per l'equilibrio tra colesterolo buono HDL e cattivo LDL ed il legame tra zucchero e colesterolo). Una dieta troppo ricca in zuccheri e grassi, insieme ad un’elevata assunzione di alcol, ne possono stimolare l’insorgenza. Le fonti di trigliceridi che si accumulano a livello del fegato derivano per il 15% dall’introito alimentare.
In particolar modo l’eccessivo introito calorico, per cui talvolta rende necessario dover contare le calorie, dà una iperglicemia che provoca una eccessiva produzione di insulina: l’iperinsulinemia. Questa condizione porta alla resistenza da parte del tessuto muscolare e del tessuto adiposo all’insulina, per cui è probabile che il fegato faccia fatica a metabolizzare gli zuccheri ed i grassi; quest’ultimi potrebbero così accumularsi. La steatosi epatica riflette un rapporto sbilanciato tra assorbimento a livello intestinale e sintesi epatica di acidi grassi e conseguente ossidazione; - Abuso di alcol. Quando il fegato smaltisce l'alcool si riscontra un aumento della produzione di acidi grassi. Tra l’altro dalla detossificazione dell’alcol (dell’etanolo in particolare) si formano sostanze molto tossiche, che, per essere correttamente smaltite, richiedono un notevole impiego di risorse in termini di micronutrienti. Un consumo eccessivo di alcool associato ad una dieta particolarmente sbilanciata contribuisce sempre di più alla diffusione della steatosi epatica a livello mondiale;
- Farmaci. L’uso di alcuni farmaci rappresenta uno dei fattori di rischio interconnessi con l’insorgenza di steatosi. Vi sono molecole associate alla condizione di steatosi o steatoepatite, come l’amiodarone, i glucocorticoidi, la nutrizione parenterale totale (TPN) e molti farmaci chemioterapici;
- Attività fisica intensa e prolungata;
- Malattie sistemiche. Alcuni studi epidemiologici hanno scoperto un’associazione tra la malattia infiammatoria intestinale (es. malattia celiaca o malattia di Wilson) e l’insorgenza di NAFLD, anche se i dati emersi rimangono tuttavia contraddittori.
I fattori che possono scatenare questa patologia sono quindi molteplici, ma nella maggior parte dei casi si riscontra una correlazione con le patologie metaboliche quali obesità, diabete di tipo 2, ipercolesterolemia e aterosclerosi. Oggi possiamo dire che la NAFDL è la manifestazione epatica della sindrome metabolica, per questo motivo recentemente è stato proposto di definire la NAFLD con il termine MAFLD (Metabolic Associated Fatty Liver Disease). Motivo per cui è necessario informare della relazione esistente tra vino e diabete, in modo tale che i soggetti che soffrono di tale patologia non aggravino la propria salute con potenziali problemi al fegato.
Come si evince dalle cause elencate, i principali fattori responsabili della steatosi epatica sono legati a stile di vita e alimentazione: ciò significa che per porre rimedio al fegato grasso nelle condizioni meno gravi è possibile seguire alcuni accorgimenti e modificare alcune abitudini (come il proprio regime alimentare) intraprendendo una dieta settimanale ad hoc per la steatosi epatica, mirata a “ripulire” il fegato grasso.
La steatosi epatica può regredire?
La steatosi epatica alcolica o non alcolica può essere curata modificando le proprie abitudini di vita, a partire dall'alimentazione, Il fegato è infatti l’organo più pesantemente coinvolto in patologie derivanti da una dieta sbilanciata. Come si può curare il fegato grasso? In primis bisognerà, a maggior ragione se si tratta di soggetti in sovrappeso o obesi, rivedere le proprie abitudini alimentari e modificarle in modo graduale, adottando una dieta ad hoc per la steatosi epatica, evitando comportamenti drastici perché potrebbero avere un effetto opposto a quello desiderato, ma limitandosi a seguire un piano alimentare volto a depurare il fegato grasso e ripristinare una condizione di normalità.
Per i soggetti in sovrappeso ed obesi una progressiva e moderata perdita di peso risulta fondamentale. Viceversa, le diete dimagranti eccessivamente restrittive, specialmente quelle fai-da-te, potrebbero causare un peggioramento della steatosi epatica ed aumentare il rischio di sviluppare diabete. Un’adeguata dieta per curare il fegato grasso deve essere associata ad una attività fisica moderata e regolare.
Di solito si consiglia di fare almeno "10.000 passi” al giorno per almeno 3 volte a settimana. Il soggetto che risulta più complesso da gestire è il paziente con abitudini sedentarie e che molto spesso si appaga con alimenti ad alto contenuto di zuccheri. Si tratta del tipico paziente affetto da sindrome metabolica, sovrappeso/obesità o diabete di tipo 2.
Dieta per la steatosi epatica
Un ruolo importante nella gestione della steatosi epatica è rivestito da una corretta dieta e da un esercizio fisico di tipo aerobico, come per altre patologie come la disbiosi intestinale.
Ma quali sono gli accorgimenti principali da adottare in una dieta settimanale per contrastare la steatosi? Nel piano alimentare per la cura del fegato grasso si consiglia di:
- Evitare un eccesso di grassi idrogenati e di zuccheri
- Prediligere invece cibi contenenti fibre
- Evitare di cucinare utilizzando grassi aggiunti
- Evitare digiuni prolungati e autonomi
Cosa è meglio mangiare in caso di steatosi epatica? Facciamo una premessa importante. Abbiamo accennato che alcuni lavori scientifici sembrano associare la steatosi epatica univocamente alla sindrome metabolica, che è una sindrome da insulinoresistenza. Essendo la sindrome metabolica una patologia che colpisce quasi 1 persona su 3 soltanto in Italia, è assai probabile che l’accumulo di grasso nel fegato (steatosi) sia correlato con un malfunzionamento dell’insulina. Nel caso della sindrome metabolica il malfunzionamento dell’insulina è dovuto ad eccessi perpetui di zuccheri nella dieta, sia semplici che complessi.
Gli zuccheri stimolano la produzione di grandi quantità di insulina; se in un pasto ad esempio si consumano più alimenti contenenti carboidrati si avrà un carico insulinico importante, che nel tempo (unitamente ad una scarsa attività motoria) può portare ad un malfunzionamento dell’insulina. Questo meccanismo contorto è alla base dell’insulino-resistenza, che, a livello del fegato, costituisce un serio problema da un punto di vista di alterazioni metaboliche.
Sulla base di ciò, è ragionevole ipotizzare (nei soggetti modello descritti) una riduzione del carico insulinico giornaliero, al fine di contenere il più possibile la risposta insulinica; per fare ciò è molto importante in un pasto assumere una giusta quantità di zuccheri preferibilmente da un’unica fonte alimentare, senza commettere errori grossolani. Ovviamente questa è soltanto un’indicazione basilare e soprattutto teorica.
Consigli alimentari specifici
In molti ci chiedono cosa mangiare per il fegato grasso. Di seguito elencheremo e tratteremo nello specifico quali sono gli alimenti maggiormente consigliati, quelli da assumere con moderazione ed infine quelli che bisognerebbe evitare per chi soffre di fegato grasso e vuole adottare una dieta per curarlo. Tuttavia, prima di intraprendere un percorso del genere con un menù specifico per la steatosi epatica bisogna rivolgersi ad un esperto della nutrizione, che si occuperà tra l’altro di valutare adeguatamente i fabbisogni del paziente.
Al fine di migliorare la salute dei soggetti affetti da steatosi epatica, la dieta gioca un ruolo chiave ed è pertanto importante sapere quali alimenti vengono consigliati in un menù settimanale per curare il fegato grasso. Si tratta di alimenti che possono essere assunti tranquillamente, in quanto il loro consumo non arreca danni alla salute del nostro fegato. Questi alimenti sono:
- Pesce, in particolare prediligere quello azzurro
- Verdura
- Frutta (evitare quella troppo zuccherina)
- Latte e yogurt
- Carne, preferibilmente bianca
Per chi è intenzionato a seguire una dieta per la steatosi epatica è necessario prediligere il consumo di carboidrati integrali, preferire alimenti a basso indice glicemico, alimenti ricchi in fibre in vitamine. Si consiglia di assumere proteine animali e vegetali nel giusto rapporto e grassi da fonti naturali e non industriali.
Sia gli aspetti quantitativi che quelli qualitativi dei grassi alimentari influenzano l’accumulo di trigliceridi nel fegato. La composizione in acidi grassi saturi e insaturi della dieta influenza la salute del fegato insieme al corretto funzionamento delle altre vie metaboliche. Pertanto bisogna fare un’accurata distinzione tra grassi cattivi e quelli buoni, in quanto i primi possono contribuire al peggioramento della steatosi epatica, mentre i secondi possono anche prevenire e/o invertire l'accumulo di grasso epatico.
Alimenti da evitare
Quali sono invece gli alimenti che bisognerebbe eliminare o ridurre al minimo?
Al fine di porre rimedio alla steatosi epatica, nel proprio regime alimentare settimanale bisognerebbe ridurre drasticamente il consumo di:
- Junk food, ovvero tutti quei cibi ricchi di zucchero come snack e merendine
- bibite zuccherate o superalcolici (perché apportano calorie ed in quantità eccessiva)
- Cibi contenenti grassi idrogenati (di tipo trans) presenti nella margarina e in molti prodotti da forno industriali, nei cibi dei fast-food
- Grassi idrogenati, che ostacolano anche l’adeguato assorbimento di vitamina B12 e causano reflusso gastroesofageo
- Carboidrati raffinati
Oltre ad eliminare completamente alcuni cibi dalla propria alimentazione, è inoltre importante prestare attenzione a come questi vengono preparati: ad esempio, nella dieta per la steatosi epatica, si raccomanda di cercare di cucinare senza grassi aggiunti, in particolare grassi di origine animale.
Alimenti da consumare con moderazione
Nella dieta per la steatosi epatica vi sono inoltre categorie di alimenti e cibi che, pur non essendo vietati, devono essere consumati con moderazione, prestando attenzione alla quantità. Ad esempio, si consiglia di:
- Ridurre significativamente il consumo di pasta, pane e carni eccessivamente grasse
- Ridurre il più possibile il consumo di zuccheri semplici, se non eliminarlo del tutto
- Per quanto riguarda il fruttosio, è bene usarlo con molta moderazione
- Ridurre la quantità di sale utilizzata per condire gli alimenti e stare attenti al sale già presente negli alimenti confezionati
- Fare attenzione ad un consumo eccessivo di formaggi stagionati
- Bere caffè non è del tutto sbagliato: si consiglia di non superare le due tazzine al giorno
Integratori per il fegato grasso
L’approccio all’integrazione in caso di steatosi epatica deve essere completo e funzionale. Le sostanze da impiegare devono essere le stesse coinvolte nel metabolismo cellulare, in particolare:
- Metabolismo del glucosio
- Metbolismo dei grassi
- Produzione di ATP
- Metabolismo della Carnitina
- Metabolismo dell’omocisteina
Gli integratori per la steatosi epatica devono includere inoltre sostanze in grado di sopperire lo stress ossidativo e neutralizzare i radicali liberi, che costituiscono un serio problema in caso di disfunzione mitocondriale. In ultimo, ma non per importanza, è utile in questa condizione assumere sostanze insulino-sensibilizzanti, come l’inositolo, il magnesio e la vitamina D. Il tutto deve essere sempre supportato da una dieta varia ed adeguata e previo consenso medico.
Come curare la steatosi epatica
Come si può combattere la steatosi epatica? La ricerca scientifica continua a compiere importanti passi; c’è un interesse crescente nello sperimentare nuovi farmaci/nutraceutici che siano in grado di ridurre l’infiammazione e la fibrosi, ma fino ad oggi non vi è nessun tipo di terapia farmacologica che si sia rivelata migliore della dieta per la steatosi epatica e dell’esercizio fisico.
Non esiste un farmaco potenzialmente in grado di far regredire la steatosi e l’infiammazione del fegato; ciò che si può fare è solo migliorare lo stile di vita e correggere l’alimentazione. Molte società scientifiche raccomandano e definiscono una dieta sana e bilanciata accompagnata da esercizio fisico come il trattamento migliore.
Oggi conosciamo molto bene quali sono i fattori di rischio e proprio per questo motivo dovrebbe essere importante il ruolo che rivestono tutti coloro che si occupano di salute pubblica, in quanto dovrebbero promuovere campagne educazionali di prevenzione sia nei bambini che negli adolescenti e nei loro familiari. Risulta fondamentale, in assenza di una vera e propria terapia, una diagnosi precoce di steatosi epatica nella popolazione e, in particolare, un attento monitoraggio per prevenire stadi più gravi e irreversibili. Tuttavia, sia la steatosi epatica non alcolica che quella dovuta ad un abuso di alcol vanno considerate come condizioni più da prevenire che da curare.
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