“Noi siamo quello che mangiamo” sosteneva il filosofo Ludwig Feuerbach nei primi anni dell’Ottocento. Ebbene sì, è proprio vero! Oggi possiamo ribadire la veridicità di questa celebre frase: sempre più studi infatti mettono in evidenza quanto un’alimentazione equilibrata sia strettamente correlata con il mantenimento di un buono stato di salute e con il rafforzamento del sistema immunitario. Risulta dunque fondamentale l’assunzione quotidiana dei vari componenti che caratterizzano la nostra dieta (zuccheri, grassi, proteine, ecc.) nelle giuste quantità per adottare abitudini alimentari sane. Purtroppo, negli ultimi anni, il cambiamento del nostro stile di vita, l’assunzione di prodotti industriali, che presentano una elevata quantità di zuccheri, ha determinato un consumo troppo elevato di questa sostanza. Il consumo eccessivo di zuccheri provoca effetti non molto piacevoli sulla salute; in particolar modo, si traduce in un indebolimento del sistema immunitario. Nel seguente articolo cercheremo di comprendere in che modo gli zuccheri influenzano negativamente la nostra risposta immunitaria e il potenziale impiego di integratori per il metabolismo degli zuccheri.
Effetti dello zucchero sul sistema immunitario
Il cibo influenza l’efficienza, lo sviluppo ed il corretto mantenimento del nostro sistema immunitario e spesso pur avendo le difese immunitarie basse non sappiamo come capirlo. Mangiare consapevolmente è quindi importante per migliorare le nostre difese immunitarie. In passato si pensava che mangiare poco potesse causare un deficit del sistema immunitario, deputando questo tipo di problema solo ed esclusivamente alla malnutrizione. Oggi si è raggiunta una maggiore consapevolezza sul rapporto tra alimentazione e sistema immunitario, ovvero tra fisiologia della nutrizione e immunologia. Ciò che si è scoperto è che non è importante la quantità, ma la qualità del cibo che introduciamo nel nostro organismo, come lo zucchero che influisce pesantemente sulle difese immunitarie e sulla glicazione della pelle. Solo un corretto stato nutrizionale può aiutare la nostra linea di difesa a prevenire e/o ridurre la comparsa di malattie.
Infatti, possiamo affermare che come un deficit calorico può comportare una minore efficienza immunologica, anche l’obesità ed il sovrappeso, determinati dall’assunzione di una quantità eccessiva di cibo, possono in egual modo causare diversi disordini di carattere immunologico. Pensare che una persona robusta sia più resistente alle malattie e quindi più forte rispetto ad un soggetto normopeso è una convinzione errata, e potrebbe portare molti soggetti apparentemente in forze ad avere le difese immunitarie basse senza avereidea di come capirlo. Gli studi condotti in tale direzione ci dimostrano che le persone obese ed in sovrappeso hanno un rischio maggiore di contrarre malattie infettive, cardiovascolari e tumorali.
In generale, un aumento di peso è determinato tra l’altro da un maggiore consumo di zuccheri in modo particolare. Nello specifico gli zuccheri semplici possono causare squilibri al livello del nostro sistema immunitario, sopprimendolo. Per tutti gli esseri viventi, uomo compreso, che vivono in aerobiosi (che hanno bisogno di ossigeno e che quindi respirano), il consumo di zuccheri è fondamentale; il problema deriva da un introito superiore rispetto alla norma.
Come possono gli zuccheri interferire negativamente con il nostro sistema immunitario, e quali sono le conseguenze di una dieta ricca di zuccheri?
In uno studio condotto dalla Loma Linda University è emerso che gli zuccheri sono in grado di alterare e addirittura inibire la capacità dei globuli bianchi neutrofili di resistere ad un’infezione e di fagocitare (inglobare) un patogeno. Questa ridotta funzionalità va ad influenzare negativamente l’azione difensiva dei neutrofili nei confronti di un’infezione. Tali effetti si protraggono fino a 5 ore dall’assunzione di circa 100 g di glucosio, fruttosio, saccarosio o miele.
Sistema immunitario e meccanismi di difesa
Per comprendere appieno il motivo per il quale è di cruciale importanza sostenere il nostro sistema immunitario, e perché gli effetti dello zucchero possono avere ripercussioni sulla sua efficienza, dobbiamo necessariamente capire cosa è il sistema immunitario e come funziona.
Viene definito sistema immunitario il nostro “scudo”, ossia la nostra prima linea di difesa contro ogni tipo di malattia infettiva o infiammatoria. Esso è costituito da cellule in grado di riconoscere ciò che fa parte del nostro organismo (definito self) e distinguerlo da ciò che è estraneo (non-self) e potenzialmente pericoloso. Dopo aver identificato l’agente patogeno, quali batteri, virus, cellule tumorali o sostanze tossiche, il sistema immunitario interviene attraverso una fitta rete di bio-comunicazione tra le cellule, innescando una risposta adeguata ed efficiente.
Il sistema immunitario può esplicare la sua funzione attraverso due linee di difesa, che innescano a loro volta un diverso tipo di risposta. Si tratta di meccanismi tra loro interconnessi e nello stesso tempo del tutto indipendenti. Queste linee di difesa sono:
- Immunità innata o naturale/aspecifica
- Immunità acquisita o adattiva/specifica.
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Immunità innata e acquisita
L’immunità innata è definita tale poiché dipende da meccanismi presenti nell’uomo fin dalla nascita. I tempi di reazione sono molto rapidi, si attiva immediatamente in presenza di invasori. I meccanismi attraverso i quali questo tipo di immunità agisce sono: la produzione di barriere fisiche o chimiche e la produzione di citochine. Essa comprende tutte quelle reazioni immunologiche che attaccano l’agente patogeno senza la capacità di produrre “memoria” per quel particolare antigene, a differenza dell’immunità adattiva.
Questo sistema è infatti capace di ricordare se quel patogeno è stato precedentemente incontrato. La sua risposta richiede un po’ di tempo prima di innescare la sua azione. A sua volta l’immunità acquisita può essere di due tipi: “attiva”, se si sviluppa in seguito all’esposizione di un agente patogeno e “passiva” se dovuta alla presenza di anticorpi somministrati all’ individuo.
Cosa sono i linfociti?
I linfociti sono gli attori principali dell’immunità adattiva. I linfociti B e T sono sintetizzati a livello del midollo osseo, i primi continuano la maturazione nella milza, gli altri invece nel timo. I linfociti B sono in grado di produrre anticorpi specifici e sono capaci di rispondere e riconoscere prontamente ogni tipo di agente estraneo. Questi linfociti sono dotati inoltre di mobilità: essi circolano nei linfonodi, nel sangue ed in altri organi linfoidi. Si è stimato che nei nostri linfonodi ci sono circa 100 miliardi di linfociti B ed altre centinaia di milioni nella nostra milza.
In seguito all’interazione con gli antigeni (sono definiti tali gli agenti estranei) i linfociti B possono evolversi in Linfociti B-memoria. Questi linfociti se incontrano un antigene di cui hanno memoria sono in grado di produrre immediatamente anticorpi specifici. La risposta dei linfociti B può essere del tutto autonoma oppure innescata dai linfociti T-helper. I linfociti T sono impegnati nella coordinazione e nella regolazione della risposta immunitaria.
Ma per quale motivo gli zuccheri indeboliscono il sistema immunitario e risultano così dannosi? Per capirlo, dobbiamo partire dal delineare il metabolismo degli zuccheri.
Metabolismo degli zuccheri
La glicolisi, ovvero l’ossidazione dei carboidrati, è per il nostro organismo la via metabolica principale per ottenere energia. Durante questo processo, a partire da una molecola di glucosio, si ha liberazione di energia sotto forma di particolari molecole denominate ATP (adenosintrifosfato). Tutti gli zuccheri che entrano nel nostro apparato digestivo vengono demoliti e convertiti in molecole di glucosio. In presenza di ossigeno la resa della glicolisi è di 30-32 molecole di ATP.
La digestione degli zuccheri comincia nella cavità orale (la cui salute è molto sensibile all’eccesso di zuccheri) grazie all’azione delle amilasi salivari e successivamente delle amilasi pancreatiche; questi vengono assorbiti a livello intestinale e attraverso il flusso sanguigno vengono condotti al fegato. Il mantenimento dei livelli ottimali di glucosio nel sangue è regolato da due ormoni: insulina e glucagone.
L’insulina interviene quando i livelli di glicemia nel flusso sanguigno sono alti, stimolandone l’assorbimento; al contrario il glucagone interviene in caso di ipoglicemia, solitamente in condizioni di digiuno, provocando la liberazione di glucosio da parte dei tessuti nel circolo sanguigno.
Conseguenze dell’eccesso di zuccheri sul sistema immunitario
Qual è dunque la relazione tra glicemia e sistema immunitario? Quali sono le conseguenze di una dieta ricca di zuccheri? In genere dopo i pasti la glicemia aumenta; questo stimola il pancreas a produrre insulina in quantità proporzionali agli zuccheri ingeriti. Questo ormone a sua volta stimola il fegato, il tessuto adiposo ed i muscoli a “captare” glucosio. Gli zuccheri sono immagazzinati a livello epatico sotto forma di glicogeno. L’eccesso di zuccheri viene invece convertito in grassi: a livello epatico l’insulina promuove in questo caso la sintesi lipidica.
I lipidi formati (trigliceridi) vengono accumulati nel tessuto adiposo come riserva di energia (meccanismo dell’incremento di peso) e, in caso di dismetabolismo glucidico-lipidico, i troppi zuccheri possono dunque causare l’insorgenza patologica di grasso a livello del fegato (steatosi epatica).
Inoltre una dieta ricca di zuccheri può portare a diverse altre conseguenze , come far sì che i tessuti diventino resistenti all’azione dell’insulina (resistenza insulinica) o rendere la produzione di quest’ormone insufficiente: la conseguenza di ciò è l’iperglicemia patologica, che è il parametro clinico inequivocabile del diabete di tipo 2.
Effetti e danni da eccesso di zuccheri
Molteplici studi hanno dimostrato che lo zucchero ha diversi effetti sulla salute, in particolare il fruttosio, se assunto in grandi quantità, può influenzare in senso negativo la salute dell’individuo, innescando una serie di processi dannosi per la salute, tra cui: ipertensione, infiammazioni ed infezioni, aumento di trigliceridi, resistenza all’insulina, diabete. Vediamo ora nel dettaglio quale malattia potrebbe essere legata agli zuccheri e i possibili effetti sulla salute a causa di un loro eccesso.
Dipendenza da zucchero
Gli zuccheri semplici possono indurre nell’individuo che ne consuma in grandi quantità ad assuefazione. Tutto ciò avviene in seguito all’interazione tra il metabolismo ed una serie di ormoni e di messaggeri implicati nella regolazione del senso di fame e di sazietà. Molti soggetti sono particolarmente vulnerabili ad alcuni alimenti, di solito contenenti zuccheri e grassi, lasciandosi andare ad un consumo eccessivo ed incontrollato.
Lo zucchero è in grado di influenzare la funzione celebrale, creando assuefazione ed assorbendo dall’organismo minerali fondamentali, determinando un indebolimento del sistema immunitario. L’assunzione di sostanze alimentari appetibili come lo zucchero aumenta inoltre i livelli di dopamina in circolo: sono state evidenziate alterazioni a livello neuronale e dell’espressione genica proprio come accade nel caso di dipendenza dalle sostanze stupefacenti; le prove raccolte supportano infatti la teoria che in alcune circostanze lo zucchero può portare a cambiamenti comportamentali e neurochimici simili agli effetti di una sostanza di abuso.
Zuccheri e problematiche degenerative
Il sistema immunitario svolge la sua funzione di difesa anche in caso di tumori, malattie dermatologiche, sclerosi multipla, ovvero in patologie di tipo degenerativo. Solitamente una disfunzione dell’immunità innata è la causa di disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson. A proposito del morbo di Parkinson vi è l’ipotesi secondo cui un maggior rischio di contrarre questa malattia possa essere correlato ad un consumo elevato di cibi dal sapore dolce.
Nel caso della demenza, una malattia neurodegenerativa, i cui disturbi tendono ad instaurarsi o ad aggravarsi con l’invecchiamento, si è visto che il metabolismo degli zuccheri risulta alterato. Possiamo quindi dedurre che, oltre ai fattori genetici ed ambientali, anche l’alimentazione è legata all’insorgenza di patologie degenerative.
Zucchero e sofferenza encefalica
L’unico ed insostituibile carburante delle nostre cellule cerebrali è il glucosio; il cervello non è in grado di sintetizzare autonomamente il glucosio o di immagazzinare glicogeno (riserva di glucosio), né, a differenza di altri tessuti, come quello muscolare ed epatico, riesce a utilizzare gli acidi grassi come substrato energetico. Anche la regione del cervello che regola il senso di fame e sazietà, l’ipotalamo, ha bisogno di glucosio: i segnali arrivano sotto forma di ormoni o di nutrienti, come il glucosio, appunto.
Il glucosio ha perciò un ruolo fondamentale nella funzione fisiologica del cervello ed i possibili disturbi associati alla regolazione del suo metabolismo e la sua interconnessione con la morte delle cellule costituiscono la base per molti disturbi cerebrali quali: neuroglicopenia, ischemia cerebrale. Il metabolismo irregolare del glucosio, sia l’ipoglicemia che l’iperglicemia, che caratterizza il diabete, può danneggiare il cervello e compromettere le sue funzioni.
Zuccheri ed infiammazione
La risposta immunitaria e la regolazione metabolica sono in stretto contatto e il corretto funzionamento di una influenza l’altra. L’infiammazione è la risposta immunitaria determinati da molteplici fattori come la dieta, l’alimentazione. La dieta occidentale ricca di zuccheri e grassi contribuisce all’infiammazione.
L’eccesso di zuccheri e di conseguenza di insulina causa, infatti, uno stato di infiammazione: si attiva un fattore nelle cellule immunitarie che induce quest’ultime a produrre sostanze infiammatorie, come le citochine. L’alimentazione basata su un eccesso di zuccheri, e di conseguenza lo stato infiammatorio che ne deriva, favorisce lo sviluppo di malattie cardiovascolari, ictus e patologie autoimmuni.
Eccesso di zuccheri e salute orale
L’introduzione precoce e regolare di zuccheri liberi nella dieta dei bambini ad esempio aumenta il rischio di sviluppare carie. Con l’espressione “zuccheri liberi” o anche detti “aggiunti” ci si riferisce a tutti quegli zuccheri come glucosio, fruttosio, galattosio, saccarosio, lattosio, maltosio, che vengono addizionati dai produttori o dai consumatori, oltre a quelli naturalmente presenti negli alimenti.
Questi zuccheri introdotti nel cavo orale forniscono un substrato favorevole per l’azione di batteri capaci di abbassare il pH della saliva e della placca, determinando così la formazione della lesione cariosa. Questa patologia è ampiamente diffusa su scala mondiale, con un’alta incidenza nei Paesi Occidentali. I soggetti colpiti appartengono a tutte le fasce d’età, ma maggiormente interessati sono i bambini: si è constatata una manifestazione precoce di carie in bambini con età inferiore a 6 anni.
Zuccheri e salute delle ossa
Lo zucchero, se consumato in eccesso, può danneggiare le nostre ossa, dando un contributo favorevole all’osteoporosi, una condizione di fragilità ossea che aumenta il rischio di fratture. È emersa infatti una relazione tra diabete e l’insorgenza di disturbi del metabolismo dell’osso anche se la densità minerale ossea non risulta compromessa.
Abuso di zuccheri e infezioni
Esiste una relazione tra l’eccesso di zuccheri e le influenze? Oggi sentiamo tanti esperti ribadire quanto sia importante l’efficienza del nostro sistema immunitario per poter contrastare l’infezione da Covid-19. Un organismo sano affronta una eventuale infezione in modo più efficace rispetto ad uno già affetto da altre patologie. Lo zucchero è un nemico oppure un alleato nella lotta contro il Coronavirus?
Nel caso specifico, i pazienti ospedalizzati per COVID-19 con livelli alti di glicemia hanno un rischio maggiore di incorrere in danni respiratori, danno renale o morte, rispetto a coloro che hanno un buon controllo glicemico.
Nel soggetto diabetico è presente un grado di infiammazione cronica che sembra facilitare la produzione di una tempesta di citochine alla base delle infezioni polmonari da Covid-19. Proprio per questo iperglicemia ed elevata variabilità glicemica sono generalmente associati a peggior prognosi in corso di infezioni.
Dove si trovano gli zuccheri?
Come vedremo, esistono diversi alimenti, o cibi, che contengono zuccheri in quantità eccessive tali da indebolire il sistema immunitario. É infatti risaputo come esistano diversi alimenti che contengono eccessive quantità di zuccheri tanto da causare infiammazioni.
Zuccheri e carboidrati
Zuccheri e carboidrati sono la stessa cosa? Qual è la differenza? Spesso questi due termini vengono utilizzati come sinonimi anche se in realtà non lo sono.
I carboidrati costituiscono la nostra fonte di energia (discorso differente per le fibre), vengono definiti comunemente come il nostro “carburante”. Si tratta dei composti chimici più abbondanti in natura. Il nome carboidrati deriva dal fatto che strutturalmente si presentano come idrati del carbonio (sono formate da carbonio e acqua). A seconda del numero di atomi di carbonio che essi contengono vengono classificati in monosaccaridi, disaccaridi, oligosaccaridi e polisaccaridi.
I monosaccaridi sono la forma più semplice dei carboidrati, in quanto non possono essere trasformati in unità ancora più piccole. Quest’ultimi sono chiamati solitamente zuccheri semplici o zuccheri e possono essere classificati in base al numero di atomi di carbonio che presentano: ad esempio il glucosio è un esoso in quanto presenta sei atomi di carbonio. I monosaccaridi possono unirsi formando i disaccaridi come ad esempio il saccarosio, ossia il comune zucchero da cucina costituito da glucosio e fruttosio, ed il lattosio (galattosio più glucosio).
Il saccarosio si ottiene dalla barbabietola o dalla canna da zucchero; il glucosio ed il fruttosio provengono dalla frutta e dal miele, mentre il lattosio è contenuto nel latte. In base al grado di polimerizzazione vengono definiti oligosaccaridi gli zuccheri che presentano da tre fino a 12 unità monosaccaridiche, mentre vengono definiti polisaccaridi gli zuccheri che contengono più di 12 unità, come ad esempio gli amidi.
In conclusione, possiamo affermare che gli zuccheri sono sostanzialmente i carboidrati semplici (monosaccaridi e disaccaridi), come il saccarosio, il glucosio, il fruttosio. Questi zuccheri vengono utilizzati per rendere più dolci gli alimenti o per fornire energia in tempi più celeri. I carboidrati sono in generale i carboidrati complessi (polisaccaridi) presenti nei cereali e nei legumi sotto forma di amido, glicogeno e fibre. Vengono definiti “zuccheri aggiunti” tutti quei dolcificanti contenenti fruttosio che vengono aggiunti ai cibi durante la loro lavorazione.
Conservanti
Oltre ad avere un potere dolcificante, il saccarosio, proprio come olio, aceto e sale, può fungere da conservante naturale degli alimenti. Viene usato sin dai tempi più antichi; pertanto, bisogna prestare attenzione anche al consumo “indiretto” di zuccheri che viene fatto mediante questo nutriente presente anche in qualità di additivo in molti alimenti confezionati.
Quanti zuccheri assumere al giorno?
Il mutamento delle abitudini alimentari ha portato ad un vero e proprio aumento della quantità di zucchero giornaliera assunta. Si ha infatti la tendenza a mangiare “più dolce”, un gusto molto gradito non solo dai bambini, ma anche da adulti ed anziani. Si è visto che questo incremento è dovuto al consumo di prodotti con farine raffinate, bevande zuccherate ed all’aggiunta agli alimenti di dolcificanti artificiali. Quanti zuccheri assumere al giorno?
L’OMS raccomanda di consumare una quantità di zucchero minore del 10% dell’introito calorico totale e preferibilmente entro il 5% (che corrisponde a circa 25 grammi per un soggetto adulto normopeso). Si consiglia inoltre di limitare l’uso del fruttosio, come dolcificante, ed il consumo di alimenti con alto contenuto di fruttosio o di sciroppo di mais, che possono incrementare notevolmente la dose di zucchero giornaliera. In particolar modo si consiglia di evitare le bevande dolci, in quanto molto caloriche, ma non in grado di soddisfare il senso di sazietà.
Glicemia ottimale e l’importanza di una dieta sana
Come più volte reiterato, l’alimentazione ed un sistema immunitario in salute sono strettamente correlati. Una dieta sana volta a rinforzare il sistema immunitario è basata su un basso introito di zuccheri semplici a favore di quelli complessi o anche detti a basso indice glicemico. La glicemia indica la concentrazione di glucosio nel flusso sanguigno, necessario per il corretto mantenimento di una serie di funzioni che sono vitali.
I valori glicemici ottimali sono pari a 70/100 mg di glucosio in 100 ml di sangue a digiuno. Gli zuccheri semplici determinano un innalzamento dell’indice glicemico del sangue in modo repentino. Questo succede perché gli zuccheri semplici sono infatti costituiti da una o al massimo due molecole e, per tal motivo, digeriti in maniera più semplice e assorbiti più velocemente; i carboidrati complessi, al contrario, vengono assorbiti più lentamente a livello intestinale ed impegnano il metabolismo glicidico in un modo meno rapido e brusco.
Attenzione. Ciò non giustifica un abuso di zuccheri complessi, in quanto si incorrerebbe comunque il rischio di stimolare per lunghi periodi di tempo, seppur in modo contenuto, la risposta insulinica post-prandiale.
L’innalzamento repentino della glicemia causato dall’assunzione di zuccheri semplici è da considerarsi un rischio per l’equilibrio biochimico dei soggetti sani e diabetici.
Alimenti che rafforzano il sistema immunitario
Avendo stabilito quali possono essere gli effetti dello zucchero sul sistema immunitario, giungerà spontanea la domanda su quali siano gli alimenti che rafforzano il sistema immunitario. Per poter potenziare le nostre difese immunitarie, la cui carenza potrebbe favorire il manifestarsi della piorrea, basterebbe mangiare frutta e verdura di stagione: frutta e verdura dai colori vivi potenziano la nostra immunità, consentendoci di integrare nutrienti fondamentali a sostentare le funzioni vitali delle nostre cellule, non solo cibi poveri di zuccheri.
Nutraceutici fenolici
In generale sono molto importanti i nutraceutici presenti in erbe e spezie come aglio, curcuma, cipolla. Tra questi vi è ad esempio la curcumina, principio attivo della curcuma, un antinfiammatorio naturale; gli studi suggeriscono che nell’uomo la curcumina ha la capacità di potenziare sia l’immunità innata che quella adattativa.
Antiossidanti
Gli antiossidanti sono in grado di prevenire il danno cellulare agendo contro i radicali liberi. Proprio per questo sono fondamentali per mantenere uno stato di salute ottimale. I nutrienti antiossidanti migliorano le diverse funzioni immunitarie e svolgono un ruolo protettivo in caso di infezione. I principali antiossidanti sono: vitamina E, vitamina C, beta carotene, selenio, rame, zinco. Nello specifico il rame e lo zinco sono entrambi implicati nel metabolismo dei carboidrati.
Vitamine
Sia le vitamine che i sali minerali sono micronutrienti fondamentali al buon funzionamento del sistema immunitario, che devono essere introdotti nel nostro organismo attraverso una corretta alimentazione. Abbiamo già parlato della stretta relazione tra Vitamina D e sistema immunitario: tra le vitamine che ‘rinforzano’ il sistema immunitario ricordiamo il complesso vitaminico del gruppo B, indispensabile nel metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi; le vitamine C ed E ed il beta carotene, come già detto, sono anche ottimi antiossidanti. Tra i sali minerali ricordiamo il cromo, in grado di migliorare la sensibilità all’insulina ed è inoltre efficace nel ridurre i livelli di lipidi nel flusso sanguigno.
Probiotici
I probiotici non solo supportano la salute dell’intestino ma influenzano anche la funzionalità e la regolazione del sistema immunitario. Gli studi hanno dimostrato che i probiotici possono ridurre il numero di infezioni respiratorie, in particolare nei bambini. Pertanto, si consiglia il consumo di alimenti contenenti probiotici.
Integratori
Se il nostro sistema immunitario risulta indebolito, l’individuo sarà più vulnerabile all’attacco di un agente patogeno. In caso di immunodepressione, un’integrazione a base di sostanze naturali e micronutrienti che possano aiutare a rafforzare il sistema immunitario diventa necessaria. La funzione immunitaria può essere migliorata, infatti, riportando i micronutrienti carenti ai livelli raccomandati. Con un adeguato livello di micronutrienti in circolo migliora di conseguenza la resistenza alle infezioni, come pure il recupero in caso di infezione.
Tuttavia, per ottenere risultati positivi, il consumo di integratori deve essere necessariamente associato ad uno stile di vita sano e ad una dieta equilibrata. È importante, inoltre, che ci si affidi ad un professionista che in seguito ad una attenta e scrupolosa valutazione dello stato nutrizionale e fisiologico possa stabilire modalità e tempi di un’eventuale supporto con integratori per il sistema immunitario.
Alternative allo zucchero nella dieta
Sostituire l’inconfondibile dolcezza dello zucchero tradizionale è oggi possibile. Vi sono in commercio altre sostanze, anch’esse naturali come il sorbitolo (presente in alcuni frutti), lo xilitolo, ed infine il dolcificante naturale più commercializzato negli ultimi anni: la stevia.
Queste sostanze si differenziano dallo zucchero per il ridotto potere calorico e vengono spesso impiegate nella preparazione industriale di prodotti alimentari ipocalorici o light, come ad esempio le gomme da masticare e le bevande dolci. L’estratto di stevia, come dimostrano molteplici di studi, è un ottimo sostituto dello zucchero anche nei soggetti diabetici ed ipertesi.
Oltre a queste alternative di tipo naturale vi sono sostanze di tipo artificiale, come l’aspartame, i cui potenziali effetti negativi sul nostro organismo sono oggetto di dibattito.
Può un solo eccesso di zuccheri può indebolire la risposta del nostro sistema immunitario? No, purtroppo esistono altri fattori che potrebbero influenzare negativamente l’azione di questo complesso sistema. Tra questi abbiamo:
- Invecchiamento
- Malnutrizione
- Stres
- Abuso di farmaci
Con l’avanzare dell’età il sistema immunitario subisce dei cambiamenti: si ha una minore memoria immunitaria ed una ridotta sorveglianza biologica. In questo caso l’attività fisica, un’alimentazione sana e il consumo di integratori alimentari possono aiutare e rinforzare un sistema immunitario in naturale declino. Anche lo stress, soprattutto se cronico, rende l’individuo più vulnerabile all’attacco di agenti patogeni esterni o ad infezioni e può indurre cambiamenti nel sistema immunitario innato, causandone una disfunzione.
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