- Tania Polla
Lo stretto legame tra cervello e intestino è ormai un fatto inconfutabile. Le emozioni influenzano la nostra capacità digestiva, la motilità intestinale, la salute del microbiota e la permeabilità intestinale, e contemporaneamente l'intestino influenza la fisiologia cerebrale generando variazioni del tono dell’umore.
In questo articolo capiremo il collegamento tra cervello ed intestino, ovvero l’asse intestino-cervello e come si influenzano tra loro. Senza dimenticare il ruolo fondamentale di dieta e integratori specifici per la salute intestinale in quanto a prevenzione e supporto.
L'asse intestino-cervello
Dagli studi degli ultimi anni è sempre più evidente che tra intestino e cervello c’è una rete di comunicazione molto sviluppata. Si tratta di un legame bidirezionale di interazione diretta e indiretta tramite segnali nervosi, endocrini e immunitari. Tale rapporto prende il nome di asse intestino-cervello e comprende:
- SNC: cervello e midollo spinale
- Sistema Nervoso Autonomo: simpatico, parasimpatico (con il Nervo Vago) ed Enterico
- Sistema neuroendocrino: asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA)
- Sistema immunitario
- Microbiota con i suoi neurotrasmettitori e metaboliti
Anche se, intestino e cervello hanno numerose vie di comunicazione, la più veloce e diretta è quella mediata dal Nervo Vago.
Il ruolo del nervo vago nell’asse intestino-cervello
Il nervo vago è un nervo cranico autonomo, il più esteso che abbiamo. Prende origine nel tronco encefalico (alla base del cervello) e si diffonde tramite il collo al torace e all’addome, innervando i visceri di tutto il tratto digerente fino al colon (inclusi cuore, polmoni, faringe e laringe).
Si deduce che ha un ruolo essenziale nel regolare molteplici funzioni quali, ad esempio, frequenza cardiaca, pressione sanguigna, digestione e motilità intestinale. Il nervo vago è in grado di trasferire un’ampia quantità di segnali diversi dagli organi al cervello e viceversa.
Il nervo vago è un nervo parasimpatico le cui le fibre efferenti motorie sono deputate a ricevere le informazioni dal cervello e trasferirle agli organi, agendo sulla muscolatura liscia e sulla motilità intestinale. Mentre, le sue fibre afferenti sono deputate a portare informazioni sensoriali dagli organi al cervello.
Una delle vie afferenti è quella dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che “spinge” le ghiandole surrenali a produrre cortisolo, l’ormone dello stress, che regola la segnalazione neuro-immunitaria e l’integrità della barriera intestinale.
Pur innervando le pareti intestinali, il nervo vago non ha accesso diretto al microbiota intestinale, che rimane nel lume intestinale. Solo nei casi in cui la parete intestinale viene compromessa, il microbiota e i suoi metaboliti possono entrare direttamente in contatto con le fibre vagali afferenti e arrivare direttamente al cervello, modulando la permeabilità della barriera ematoencefalica.
Ecco spiegata dunque l’interconnessione tra microbiota, nervo vago e patologie neuropsichiatriche (asse intestino-cervello-microbiota).
Intestino, neurotrasmettitori e benessere mentale
Il nostro benessere mentale è governato da moltissime molecole con specifica funzione neuro-attiva. I neurotrasmettitori, tra cui GABA (acido γ-amminobutirrico), catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina) e serotonina, giocano un ruolo fondamentale nella risposta fisiologica allo stress. Ma non solo. Gli ultimi studi dimostrano che detti neurotrasmettitori hanno un ruolo anche nella regolazione della motilità intestinale, nell’assorbimento dei nutrienti, nel controllo del sistema immunitario enterico e nei confronti del microbiota intestinale.
Per capire come l’intestino sia così importante nel benessere mentale dobbiamo partire facendo qualche considerazione. Prima di tutto l’epitelio intestinale è composto da numerosi tipi di cellule definite neuroendocrine, specializzate nella produzione di ormoni e molecole neuro-attive che regolano la fisiologia dell’intestino sia a livello locale che a livello sistemico.
Queste cellule possono anche entrare nel circolo ematico, interagendo con il sistema immunitario dell’ospite e inviando informazioni al cervello. Le cellule enterocromaffini, ad esempio, producono serotonina, che nel cervello stimola emozioni come la felicità, e nell’intestino garantisce l’omeostasi: promuove la motilità; modula la risposta immunitaria; promuove l’angiogenesi post infiammazione.
Dall’altra parte c’è il microbiota, il quale è esso stesso in grado di produrre neurotrasmettitori quali GABA, catecolamine e serotonina a partire da aminoacidi quali tirosina e triptofano. Inoltre, alcune specie microbiche sono capaci di produrre metaboliti come SCFA (acidi grassi a catena corta) che hanno un ruolo protettivo sia nei confronti della microglia (le cellule immunitarie innate del cervello) sia della barriera intestinale.
Asse intestino-cervello e disturbi dell’umore: evidenze scientifiche
Anche se i meccanismi specifici non sono ancora del tutto stati chiariti, è stato dimostrato che vi è una stretta correlazione tra l’insorgenza di patologie neuropsichiatriche di entità più o meno grave e gli squilibri dell’asse intestino-cervello. Tra le varie cause, lo stress cronico e la disbiosi intestinale sembrano essere quelle più correlate.
Ci sono infatti diversi studi che dimostrano che la composizione intestinale di persone con disturbi del comportamento è ben diversa da quella di persone sane, dimostrando che vi è una dipendenza diretta tra deterioramento del sistema nervoso e il tratto intestinale.
Nel caso della depressione, lo stress risulta uno dei fattori cruciali, dove ad essere disregolati sono la produzione di serotonina, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e la dopamina, che interagiscono tra di loro con effetto non solo sul cervello (e quindi sull’umore) ma contemporaneamente sul microbiota. Si generano modifiche nella motilità intestinale e sulla permeabilità intestinale. Il risultato è un circolo vizioso dove lo stress alimenta i disturbi dell’umore e viceversa.
Asse intestino-cervello: dieta
Un microbiota in salute e una barriera intestinale sana sono due punti fondamentali per garantire un equilibrio tra intestino e cervello. Infatti, così come un’alterazione del microbiota può influenzare negativamente il cervello, allo stesso tempo un miglioramento del microbiota può avere effetti positivi importanti sui disturbi cognitivi.
La corretta alimentazione è uno dei punti cardine per mantenere una corretta composizione microbica. Sappiamo infatti che le persone affette da depressione e stress cronico tendono ad alimentarsi in modo errato. Tali soggetti, nel tentativo di gratificarsi, prediligono cibi ad alto tenore in zuccheri e quindi dannosi. Va da sé che una dieta sbilanciata provoca una modifica sostanziale del microbiota, con potenziali sovracrescite batteriche e fungine che a loro volta alterano la comunicazione tra intestino e cervello. Il coinvolgimento può anche interessare il sistema immunitario, che può venire cronicamente coinvolto, indebolendo anche l’organismo di riserve di micronutrienti.
La dieta è dunque centrale. È importante che essa sia varia e ben bilanciata in termini di apporto in zuccheri, grassi e proteine. È bene non eccedere con l’apporto in zuccheri, per via del carico glicemico e insulinico, garantire l’apporto proteico giornaliero e prediligere grassi esclusivamente da fonti naturali. Inoltre, un’alimentazione ricca di fibre vegetali è in grado di influenzare positivamente il microbiota da un punto di vista quantitativo e qualitativo.
Particolare attenzione meritano anche alcuni alimenti fermentati “amici” del nostro microbiota, come kefir e kombucha. È fondamentale evitare cibi industriali, ricchi in zuccheri, grassi idrogenati e additivi alimentari, tutti alimenti che possono alterare in modo importante il nostro microbiota e quindi l’asse intestino cervello.
Asse intestino-cervello: integrazione funzionale
L’integrazione funzionale in sinergia con l'alimentazione consente di migliorare la salute del microbiota, la barriera intestinale e di modulare l'infiammazione e il tono dell’umore. A questo scopo è bene citare alcuni dei nutraceutici maggiormente utilizzati:
- Probiotici: hanno dimostrato un ruolo nella normale eccitabilità dei neuroni di senso intestinale, sulla motilità intestinale e sulla riduzione dei sintomi di ansia e depressione grazie al miglioramento del microbiota
- Omega 3: migliorano le manifestazioni di depressione, la varietà microbica e le funzioni cognitive
- S-adenosil-metionina (SAMe): partecipa al ciclo del folato, un insieme di reazioni fondamentale per la sintesi e regolazione degli enzimi responsabili della trasformazione degli amminoacidi in neurotrasmettitori
- Teanina: promuove il miglioramento della barriera intestinale stimolando produzione delle proteine di giunzione, diminuendo così la permeabilità e l’infiammazione
- Glutammina: funge da fattore trofico per la flora intestinale, portando a modifiche positive del microbiota e stimolando la produzione dei metaboliti antinfiammatori
Considerazioni finali
È dunque chiaro che è presente un legame imprescindibile tra il cervello e l’intestino, con il suo microbiota, e che uno squilibrio in questa comunicazione sia alla base di disturbi del comportamento, quali ansia e depressione, ma anche di patologie neurodegenerative. Ecco che quindi uno stile di vita che tenga sotto controllo lo stress, una dieta specifica e una corretta integrazione che lavori allo scopo di migliorare la flora batterica e la permeabilità di barriera, sotto controllo di un professionista, possono essere una chiave non solo di prevenzione ma anche di supporto e attenuazione dei sintomi.
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