Qual è il ruolo della dieta nell’abbassare il colesterolo? Al giorno d’oggi sono molte le persone che soffrono di ipercolesterolemia, ovvero alti livelli di colesterolo nel sangue. Benché le cause di questa condizione possano essere anche genetiche, il colesterolo alto è perlopiù attribuibile ad un cattivo stile di vita e alimentazione incorretta. Quali sono quindi i cibi da evitare per il colesterolo alto, e quale dovrebbe essere la dieta da seguire per abbassare questi valori? In questo articolo delineeremo l’importanza dell’alimentazione nel contrastare il colesterolo alto e quali sono i modi più corretti di adeguare la propria dieta settimanale per normalizzare e tenere sotto controllo la colesterolemia. Capiremo anche l’utilità degli integratori di fibre solubili, glutammina ed estratti vegetali.
Dieta per il colesterolo alto
La dieta per il colesterolo alto è un regime alimentare volto a tenere sotto controllo la colesterolemia, ovvero i livelli di colesterolo nel sangue. Il colesterolo è infatti una molecola di grasso importante per la salute del nostro organismo ed è fondamentale che i suoi livelli nel sangue, sia di quello definito “buono” (HDL) che di quello definito “cattivo” (LDL), siano sempre ottimali. Uno scompenso dei valori di colesterolo, infatti, può portare a diverse patologie cellulari e cardiovascolari. Tra questi scompensi c’è l’ipercolesterolemia, ovvero una condizione in cui i valori di colesterolo totale (C-LDL più C-HDL) nel sangue sono troppo elevati. Precisamente quando la concentrazione di lipoproteine a bassa densità (LDL) nel sangue supera i 130 mg/dL si parla di ipercolesterolemia.
Negli ultimi anni si è registrata una forte prevalenza dell’ipercolesterolemia nella popolazione italiana e sia nell’uomo che nella donna il colesterolo alto nel sangue è una condizione sempre più frequente: i dati confermano che circa il 38% degli italiani soffre di ipercolesterolemia, contro il 24% registrato nel quadriennio 1998-2002 (Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare Iss-Anmco).
Il colesterolo elevato è considerato uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, della sindrome metabolica e del diabete, pertanto sono in corso numerosi studi volti a sviluppare nuovi metodi e terapie farmacologiche per regolare i livelli di colesterolo. Tuttavia, il modo migliore per tenere sotto controllo la colesterolemia è quello di adottare uno stile di vita sano, svolgendo una regolare attività fisica e seguendo una dieta settimanale per il colesterolo alto, che aiuti ad abbassarne i valori.
Quali sono i fattori responsabili di un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue? In primis una dieta ricca di zuccheri e grassi industriali, poi sicuramente la scarsa attività motoria ed i più noti fattori di rischio quali fumo e alcol. Vi sono altre circostanze dove si possono riscontrare livelli di colesterolo alto: menopausa (l’aumento è fisiologico); periodi di stress intenso (eccesso di cortisolo e catecolamine).
Vediamo nello specifico cos’è il colesterolo, perché è importante normalizzarne i valori e quali sono i cibi da evitare per il colesterolo alto e quelli che invece devono essere integrati in una dieta per assicurare la normalizzazione dei valori di colesterolemia.
Cos’è il colesterolo?
Il colesterolo è una molecola naturalmente e fisiologicamente presente all’interno del nostro organismo e in minima parte viene introdotto con la dieta. Esso è fondamentale per assolvere diverse funzioni:
- È uno sterolo (un lipide) biosintetizzato in tutte le cellule animali, in quanto ne è un componente strutturale essenziale di tutte le membrane cellulari;
- È coinvolto nel processo di digestione, grazie alla formazione della bile
- Partecipa alla produzione di vitamina D, utile per la salute delle ossa
- Favorisce la costruzione della parete delle cellule, in particolare del sistema nervoso, ed è il precursore di ormoni come il testosterone e gli estrogeni
Colesterolo LDL, HDL e colesterolo totale
Il colesterolo totale è a grandi linee la somma di quello contenuto nelle diverse lipoproteine LDL + HDL, che trasportano il colesterolo nel sangue.
Le lipoproteine sono molecole complesse che contengono proteine e lipidi. Maggiore è la quantità di lipidi, minore è la densità della macromolecola; per tale motivo si distinguono lipoproteine:
- HDL (high density lipoproteins, o lipoproteine ad alta densità): il cosiddetto “colesterolo buono”
- LDL (low density lipoproteins, o lipoproteine a bassa densità) il cosiddetto “colesterolo cattivo”
Il colesterolo LDL è definito “cattivo” in quanto si può depositare nelle pareti delle arterie in virtù del potere aterogeno delle lipoproteine a bassa densità, creando delle ostruzioni per il flusso sanguigno, mentre il colesterolo HDL o “buono” non arreca danni alle arterie ma è benefico, in quanto le lipoproteine ad alta densità trasportano il colesterolo dalle arterie verso gli organi che lo eliminano. Si spiega quindi il motivo per cui la maggior parte degli studi osservazionali conclude che un’elevata concentrazione di lipoproteine a bassa densità (colesterolo LDL) sia correlata positivamente con lo sviluppo delle malattie cardiovascolari e arteriosclerosi.
Cos’è l’ipercolesterolemia?
In caso di livelli elevati di colesterolo nel sangue si parla di una condizione detta ipercolesterolemia. Nello specifico, possiamo definire l’ipercolesterolemia come:
- Un eccesso di colesterolo totale
- Una cattiva ripartizione con eccesso di colesterolo LDL
È bene ricordare che la maggior parte del colesterolo che ogni giorno metabolizziamo viene prodotta nel fegato. Si stima infatti che su 1 g di colesterolo metabolizzato, il 60-70% è autoprodotto, mentre il 30% è quello proveniente dalla dieta. Grazie a dei complessi sistemi cellulari, la regolazione del colesterolo è inoltre finemente regolata nei soggetti sani: quando introduciamo molto colesterolo con la dieta, è il colesterolo stesso a rallentarne la produzione endogena; e viceversa. Va da sé che quando i sistemi fisiologici di sintesi e di regolazione vengono compromessi, per via di una serie di fattori, il metabolismo del colesterolo può evolvere verso una maggiore produzione di questa molecola, dando origine alla ipercolesterolemia.
Le più comuni condizioni patologiche o subcliniche laddove l’ipercolesterolemia svolge un ruolo importante interessano il fegato, con la possibile comparsa della steatosi epatica, e l’apparato cardiovascolare. Ci sono anche altre condizioni dove si possono riscontrare livelli di colesterolo alto come la menopausa, la gravidanza e particolari condizioni di stress cronico. In questi casi, e nelle condizioni in cui il colesterolo alto dipende da uno stile di vita sregolato e poco sano, si può intervenire curando la dieta e l’alimentazione e migliorando le proprie abitudini di vita per normalizzarne i valori.
Sintomi del colesterolo alto
Sono in molti a chiedersi quali siano i sintomi dell’ipercolesterolemia. In realtà il colesterolo alto non provoca veri e propri sintomi; di conseguenza la diagnosi molto spesso avviene in seguito a fatti casuali, come ad esempio attraverso un esame del sangue. Tuttavia, le forme più gravi determinano l'insorgenza di alcuni segni clinici. Il colesterolo alto può comportare un suo deposito in certi distretti endoteliali in caso di un danno alla parete arteriosa. Oltre a favorire la formazione delle placche aterosclerotiche, l’ipercolesterolemia può interessare anche altri distretti corporei, come la cute, i tendini e gli occhi (xantomi).
Colesterolo alto: cause principali e ruolo dello stress
Quali sono le cause del colesterolo alto? Diversi fattori sono associati ad un aumentato rischio di iperlipidemia. Tra le più diffuse cause del colesterolo LDL alto c’è lo stress. Inoltre, i fattori di rischio modificabili includono:
- Una dieta scorretta, ricca di zuccheri e grassi trans
- Inattività fisica
- Fumo e abuso di alcol
- Obesità
Per il colesterolo alto, oltre a cause come lo stress e le altre sopra citate, esistono cause secondarie di livelli elevati di LDL includono malattie come l'ostruzione biliare, la malattia renale cronica, il diabete mellito di tipo 2, l'ipertensione e l'ipotiroidismo. Farmaci come diuretici, ciclosporina e glucocorticoidi possono anche contribuire ad aumentare i livelli plasmatici di LDL (Stone et al., 2014). Tra i fattori di rischio non modificabili vi sono invece le ipercolesterolemie ereditarie.
Qual è l’Incidenza della Dieta sul Colesterolo?
Sono in molti a chiedersi quanto una dieta per il colesterolo alto per uomo e donna possa incidere sul miglioramento dei livelli di colesterolo nel sangue. Il colesterolo alimentare influisce solo per un 20-30% della concentrazione totale di colesterolo nell’individuo, mentre la maggior parte del colesterolo è di produzione endogena. Infatti, secondo le linee guida per una sana alimentazione, la quantità di colesterolo alimentare assunto giornalmente, in una dieta onnivora, corrisponde a circa 300 mg/die, rispetto agli 800 mg/die prodotti dal nostro corpo.
Spesso dunque una dieta sana ed equilibrata non è sufficiente a normalizzare i valori di colesterolo: non significa però che sulla colesterolemia alta non abbiano effetto una dieta sana e che l’alimentazione non abbia un ruolo cruciale nell’omeostasi del colesterolo nel sangue, ragion per cui adottare uno stile alimentare adeguato ed intraprendere una terapia alimentare per abbassare il colesterolo è una delle strategie migliori per la prevenzione del rischio cardiovascolare ed uno dei primi accorgimenti da implementare in caso di ipercolesterolemia assieme alla terapia motoria.
Ipercolesterolemia e alimentazione
Per anni le raccomandazioni alimentari per una dieta dovuta al colesterolo alto nell’uomo e nella donna in caso di ipercolesterolemia prevedevano la limitazione degli alimenti industriali e quelli di origine animale (carne, uova, latte e derivati), contenenti di per sé una quota variabile di colesterolo. Oggi il focus si è spostato sull’abuso di zuccheri, ed il legame tra zuccheri e colesterolo, poiché quest’ultimi inducono una produzione importante di insulina, con il conseguente colesterolo alto, sia nella dieta dell’uomo che della donna.
È bene comunque tener presente che pasti troppo complessi e con troppi ingredienti (zuccheri, grassi e proteine) possono incidere notevolmente sull'omeostasi del colesterolo, sia direttamente che indirettamente, e pertanto sono sconsigliati per chi, sia uomo che donna, segue attivamente una dieta per il colesterolo alto.
Per maggiori informazioni in merito alla stimolazione di insulina da parte degli zuccheri, si rimanda il lettore all’articolo Zuccheri o Grassi: Cosa fa Ingrassare di Più?
Quale colesterolo abbassare?
L’alimentazione ha, come abbiamo visto, un ruolo importante nel contrastare e prevenire il colesterolo alto. Quando si parla di dieta per il colesterolo è però importante definire cosa questo regime alimentare sia volto ad ottenere: il colesterolo è infatti un elemento importante per l’uomo, ed una dieta per il colesterolo alto deve avere sì l’obiettivo di ridurre il colesterolo totale, ma anche quello di bilanciare i valori di colesterolo LDL e HDL.
La sintesi del colesterolo è particolarmente attiva nel fegato, ma anche nell’intestino e nel surrene, nei tessuti riproduttivi e, a livello cellulare, avviene nel citosol. Poiché il colesterolo è essenziale per tutta la vita animale, ogni cellula lo sintetizza attraverso un complesso processo di 37 fasi che inizia con la via del mevalonato e termina con una conversione in 19 fasi del lanosterolo in colesterolo. L’origine di questo lipide, come già accennato, è per 2/3 endogena, mentre 1/3 circa deriva dall’assunzione di alimenti di origine animale, come formaggi, latticini e derivati, uova.
Una dieta per abbassare il colesterolo dovrebbe essere finalizzata a ripristinare valori normali di colesterolo nel sangue, ovvero:
- Colesterolo totale < 200 mg/dL
- Colesterolo HDL > 60 mg/dL
- Colesterolo LDL < 130 mg/dL
Generalmente una condizione ottimale vede il rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL come inferiore a 5 nell’uomo e a 4,5 nella donna.
Colesterolo alto e rischi associati
Sebbene regimentare la propria dieta sia importante per abbassare il colesterolo alto, recenti studi hanno dimostrato come tenere sotto controllo i livelli di colesterolo sia una condizione necessaria ma non sufficiente per mantenere le arterie in salute. Innanzitutto è bene sapere che ci sono altri fattori di rischio cardiovascolare, come la lipoproteina(a) e l’omocisteina.
La lipoproteina(a), Lp(a), sintetizzata dal fegato, non è altro che la lipoproteina a bassa densità (LDL) con l'aggiunta di un'apolipoproteina(a), che a sua volta si lega all'apolipoproteina B-100 tramite un legame disolfuro.
Lp(a) ha molte funzioni, che includono, tra l’altro, ruoli proaterosclerotici, protrombotici e proinfiammatori (in caso di una sua ossidazione). Elevati livelli plasmatici di Lp(a) sono ora considerati un fattore di rischio indipendente per la malattia cardiovascolare aterotrombotica (CVD), in particolare nei soggetti con colesterolo LDL alto (LDL-C) o colesterolo lipoproteico non ad alta densità (non-HDL-C) (Saeedi et al., 2016). Ci sono infatti prove sufficienti che dimostrano che Lp(a) può entrare nella parete arteriosa, se quest’ultima risulta già compromessa, e promuovere la deposizione di colesterolo intimale; questo evento determina a sua volta l'infiammazione della parete vascolare.
Vi sono ampie prove precliniche e cliniche che confermano come l'infiammazione svolga un ruolo fondamentale in molte fasi dell’aterosclerosi, ossia: l'attivazione endoteliale; la disfunzione e la perdita di integrità del vaso sanguigno; l’alterato rimodellamento della matrice extracellulare; la deposizione di lipidi nello strato intimale; la formazione della placca.
L’infiammazione della parete vascolare non necessariamente può essere indotta da lipoproteine a bassa densità ossidate. Dato che i fattori in gioco possono essere diversi, in senso più ampio si parla di disfunzione endoteliale.
La disfunzione endoteliale, infatti, può essere descritta come uno squilibrio tra vasodilatazione e vasocostrizione all’interno dell’endotelio delle arterie. L’endotelio è composto da cellule che rivestono la superficie interna del lume dei vasi sanguigni, tra il sangue e le cellule muscolari lisce di tutti i vasi sanguigni e l'intero sistema circolatorio. Ha molte funzioni vitali, inclusa la regolazione del tono vascolare e l’omeostasi infiammatoria.
Oltre alla Lp(a), l’omeostasi infiammatoria endoteliale può essere compromessa dai livelli elevati di omocisteina nel sangue (iperomocisteinemia). L'omocisteina infatti può favorire la malattia cardiovascolare, promuovendo la disfunzione endoteliale attraverso un aumento dello stress ossidativo (Loscalzo et al., 1996; Topal et al., 2004). Secondo la teoria attualmente accettata, l'autossidazione dell'omocisteina genera perossido di idrogeno e le specie reattive dell'ossigeno (ROS), superossido e radicali idrossilici, determinando stress ossidativo con conseguente infiammazione della parete del vaso (Zhang R. et al., 2004, Zhang L. et al., 2006).
Iperomocisteinemia
- Riduce la biodisponibilità dell'ossido nitrico (NO), un naturale vasodilatatore
- Induce la proliferazione delle cellule muscolari lisce arteriose (Ravnskov et all., 2009) e porta all'ossidazione delle LDL
Colesterolo e dietoterapia
Cosa dovrebbe comprendere quindi una dieta per abbassare il colesterolo e quali i cibi consigliati per chi ha il colesterolo alto? Essendo l’ipercolesterolemia una condizione molto diffusa sia nell'uomo che nella donna, esistono diversi “falsi miti” circa i cosiddetti cibi per abbassare il colesterolo, ed anche online è facile trovare PDF e tabelle della dieta settimanale per il colesterolo alto che non tengono conto di diversi fattori implicati nella difesa dall’ipercolesterolemia.
La dietoterapia nella donna e nell’uomo dovrebbe infatti essere cucita addosso ai casi specifici, in quanto, ad esempio, spesso si rivela necessaria una dieta per abbassare non solo il colesterolo ma anche la glicemia ed i trigliceridi, come nei casi di ipercolesterolemia associata a ipertrigliceridemia.
- Essere ricca in fibre (frutta e verdura in particolare);
- Non provocare picchi glicemici;
- Non stimolare troppo la produzione di insulina;
- Includere la giusta quota proteica giornaliera;
- Non includere cibi industriali e contenenti acidi grassi trans e idrogenati;
- Includere nutrienti benefici per il colesterolo.
Possiamo dire dunque che la dieta mediterranea sia in grado di influire in maniera positiva sull’abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue. Nei paragrafi successivi vedremo in dettaglio quali sono i cibi da evitare e quelli consigliati da privilegiare all’interno di una dieta per il colesterolo alto.
Nutrienti da integrare
Cosa dovrebbe includere una dieta settimanale per il colesterolo alto? Sia per l'uomo che per la donna tra i nutrienti fondamentali per combattere l’ipercolesterolemia rientrano:
- Gli acidi grassi polinsaturi
- Le fibre
- I fitosteroli
- Le vitamine
- I minerali
Gli acidi grassi polinsaturi regolano il metabolismo lipidico e hanno proprietà antinfiammatorie, per cui contribuiscono alla normale funzione dell’endotelio delle arterie.
Le fibre alimentari permettono di assorbire e sequestrare il colesterolo, e questo ne diminuisce l’assorbimento intestinale e ne aumenta l’escrezione attraverso la bile e le feci.
I fitosteroli sono composti organici chimicamente simili al colesterolo e sono capaci di di diminuire i livelli plasmatici del colesterolo (Pelletier et al, 1995), poiché contrastano l’assorbimento intestinale del colesterolo assunto con la dieta e il riassorbimento del colesterolo endogeno; alcuni fitosteroli sono, inoltre, in grado di inibire la sintesi del colesterolo (Fernàndez, 2005).
Vitamine e minerali sono in grado di favorire la produzione di ossido d’azoto (NO), il quale funge da regolatore della funzione endoteliale, ma soprattutto inibiscono l’ossidazione delle LDL, il fattore scatenante (secondo la teoria più accreditata) dell’insorgenza della placca aterosclerotica. Zinco, selenio e vitamine C ed E sono potenti antiossidanti; la loro carenza è associata ad un aumento del rischio cardiovascolare (Casas et al., 2018).
Cibi Consigliati per colesterolo e trigliceridi alti
La dieta per abbassare il colesterolo alto parte dalla definizione degli alimenti fondamentali da integrare nella propria alimentazione settimanale e dalle categorie di cibi da evitare non soltanto per controllare i valori di colesterolo, ma anche per abbassare glicemia e trigliceridi alti.
L’aumento delle concentrazioni di colesterolo nel sangue non è infatti legato solo al contenuto di questo sterolo negli alimenti assunti. Infatti, risulta sempre più evidente che a favorire l’ipercolesterolemia ed il rischio cardiovascolare siano diversi fattori che concorrono alla disfunzione endoteliale. Vi è una forte attenzione negli ultimi anni ai cibi industriali, ricchi di zuccheri e grassi trans, ed alla stimolazione glicemica ed insulinica. L’insulina è un ormone anabolico, che a sua volta stimola la sintesi di colesterolo. L’insulina induce l’attivazione dell’enzima HMG-CoA reduttasi, stimolando la sintesi di colesterolo nel fegato.
Esistono dei cibi consigliati per il colesterolo alto e per prevenirne l’innalzamento come:
- Frutta (agrumi, kiwi, uva, melograno, fragole, avocado)
- Verdura (verdura a foglia verde, carote, finocchi, carciofi, aglio, cipolla, brassicacee)
- Cereali integrali (pane, riso, avena, orzo, farro)
- Olio extravergine di oliva, Olio di semi di girasole, Olio di colza, Olio di cartamo, Olio di semi di lino
- Carni magre, come pollo, tacchino o coniglio
- Pesce di tutti i tipi, privilegiando quello azzurro e il salmone per il loro elevato contenuto di Omega 3
- Legumi (fagioli, piselli e lenticchie)
- Noci, soia, semi di lino
Inoltre, sono diversi a sostenere che la cipolla sia uno degli alimenti che fa bene al colesterolo
Colesterolo alto: cibi da evitare
Oltre all’integrazione di alcuni cibi, consigliati per il colesterolo alto, vi sono anche alcuni alimenti da evitare per chi ha il colesterolo alto e da eliminare nella sua alimentazione. Sebbene il contributo dietetico di colesterolo è minimo, è bene fare attenzione ad un abuso dei seguenti alimenti nella propria dieta settimanale, specie se assunti in concomitanza con cibi ricchi in zuccheri e proteine:
- Condimenti grassi come burro, lardo, strutto, panna e mascarpone dannosi per il colesterolo
- Frattaglie animali quali fegato, cervello, reni, rognone, cuore, etc.
- Insaccati ad elevato tenore in grassi saturi, come salame, salsiccia, mortadella che contribuiscono ad aumentare il colesterolo
- Latte intero o condensato, yogurt intero, formaggi ad elevato tenore in grassi saturi e colesterolo, come mascarpone, gorgonzola
- Maionese e altre salse elaborate
- Superalcolici
- Prodotti da forno e alimenti in genere che riportano sulla confezione la dizione “grassi vegetali idrogenati”, in quanto possono contenere grassi trans, nonché sostanze ricche di grassi saturi
- Cibi tipici da fast food (es: bacon e patatine fritte, e fritti in generale) poiché in questi alimenti vi possono essere elevate concentrazioni di grassi cis/trans formatisi durante la cottura che, se assunti in eccesso, aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Questi grassi (trans) possono essere presenti anche in molti prodotti preparati industrialmente.
Metodi di cottura consigliati
Quanto ai metodi di cottura da ipiegare nella dieta settimanale per colesterolo e trigliceridi alti vanno preferiti quelli senza l’ausilio di grassi aggiunti, e che siano mirati a preservare intatti i nutrienti degli alimenti, come vitamine e acidi grassi essenziali. I migliori metodi di cottura da privilegiare nella dieta anti-colesterolo sono:
- Bollitura
- Cottura a vapore
- Cottura al microonde
- Grigliatura
- Vasocottura
È invece scoraggiato l’impiego della frittura in padella o nella friggitrice, ma anche la cottura in forno o in padella con fiamma o calore elevato.
Integratori per il colesterolo alto
Come abbiamo visto l’incidenza della dieta sui valori di colesterolo e sulla riduzione dell’ipercolesterolemia è solo una parte del piano che dovrebbe essere attuato per ridurre il colesterolo alto. Fino a circa 10 anni fa gli interventi volti a ridurre i livelli plasmatici di colesterolo LDL erano limitati a cambiamenti nella dieta e l’uso farmaci, in particolare le statine. Negli ultimi anni, in particolare in alcuni paesi, si è assistito a un'impennata dell'utilizzo di principi attivi denominati “nutraceutici” e alimenti funzionali (Poli et al., 2018) associati al piano di dieta settimanale per il colesterolo.
Esistono diversi approcci biointegrati come ausilio al trattamento dell’ipercolesterolemia. Per esempio, l'estratto di riso rosso fermentato è un approccio naturale efficace per abbassare il colesterolo. Si ottiene dalla fermentazione di lieviti nel riso rosso. La fermentazione produce molti metaboliti importanti, come vitamine del gruppo B, flavonoidi, acidi grassi saturi ed insaturi, ma soprattutto un gruppo di nove molecole chiamate monacoline. Tra queste nove monacoline, quella più importante è la monacolina K. In particolare, l’efficacia del riso rosso fermentato è direttamente correlata alla quantità di monacolina K contenuta nell'estratto. Il consumo quotidiano di monacolina K riduce i livelli plasmatici di colesterolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL) tra il 15% e il 25% entro 6-8 settimane (Cicero et all. 2019).
Perché esistono diversi approcci di integrazione all’ipercolesterolemia? Per comprendere il motivo di è importante tenere a mente che:
- I fattori di rischio della malattia cardiovascolare sono diversi
- Il metabolismo ed il trasporto del colesterolo sono processi complessi
- L’etiopatogenesi dell’aterosclerosi è altrettanto complessa
- Il colesterolo elevato dovrebbe essere visto come una conseguenza di un danno primario alla parete delle arterie
Questo spiega anche il motivo per cui la formulazione di un integratore specifico per il controllo naturale dell’ipercolesterolemia diventa molto articolata se non si prendono fortemente in considerazione tutti i punti appena citati.
Oggi sono disponibili integratori in grado di controllare contemporaneamente la colesterolemia (sia direttamente che indirettamente) ed i valori della pressione arteriosa, oppure la glicemia. In modo particolare è stato eseguito un numero considerevole di studi di intervento che testano gli effetti dei nutraceutici sulla disfunzione endoteliale, dopo aver accertato una riduzione del rischio cardiovascolare a seguito di una regolare assunzione. Tra i diversi principi attivi utilizzati ci sono i micronutrienti.
Vitamina C
Bassi livelli sierici di vitamina C sono stati associati ad un rischio maggiore di eventi cardiovascolari negli esseri umani. Essa può esercitare i suoi benefici per la salute cardiovascolare mitigando gli stimoli infiammatori e lo stress ossidativo, mediati soprattutto da una dieta sbilanciata, prevenendo l'aumento di endotossine. Altri autori invece hanno riferito che la vitamina C è in grado di migliorare la vasodilatazione nei pazienti con malattia coronarica e nei fumatori (Heitzer et all., 1996), con conseguente riduzione della pressione sanguigna e del rischio di eventi cardiovascolari.
Vitamina E
Studi prospettici sull'uomo hanno suggerito che la riduzione dei livelli plasmatici di vitamina E può essere correlata ad un aumento del rischio cardiovascolare (Khaw et all., 2001). Altre ricerche hanno suggerito l'efficacia della vitamina E nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell'ictus.
Vitamine del gruppo B
Ulteriori ricerche, inoltre, hanno indicato gli effetti benefici dell'acido folico e del complesso vitaminico B sull'aterogenesi. Ad oggi gli studi hanno dimostrato che l'acido folico migliora la disfunzione endoteliale e la tolleranza ai nitrati. È stato costantemente dimostrato che le concentrazioni plasmatiche di folati sono inversamente correlate alle concentrazioni plasmatiche di omocisteina (Selhub et all., 2000), e che l'integrazione di acido folico può ridurre l'omocisteina plasmatica. Inoltre, l'aumento dell'assunzione di acido folico da parte di alimenti ed integratori ha ridotto il rischio di malattia coronarica (Rimm et all., 1998).
Vitamina B3
Nel 1955 Altschul descrisse per la prima volta che dosi molto elevate di vitamina B3 (niacina) riducevano i livelli plasmatici di colesterolo; la niacina è ancora oggi la sostanza ad uso clinico più efficace per aumentare i livelli plasmatici di colesterolo HDL.
Vitamina D
È interessante notare che in una recente analisi dei partecipanti al Framingham Offspring Study senza precedenti malattie cardiovascolari, bassi livelli plasmatici di vitamina D erano associati a una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari. Un possibile indizio è che la carenza di vitamina D è associata a disfunzione endoteliale e aumento della perossidazione lipidica.
Amminoacidi
Prove abbondanti indicano che determinati amminoacidi svolgono un ruolo fondamentale nella fisiologia e patologia cardiovascolare. Decenni di ricerche hanno stabilito l'importanza della L-arginina nel promuovere la salute vascolare attraverso la generazione dell’ossido nitrico (NO).
Più recentemente, è stato dimostrato che L-glutammina, L-triptofano e L-cisteina modulano la funzione vascolare attraverso la formazione di una miriade di metaboliti, tra cui un certo numero di gas. Questi amminoacidi e i loro metaboliti preservano l'omeostasi vascolare, regolando processi cellulari critici, come proliferazione, migrazione, differenziazione, apoptosi, contrattilità e senescenza.
Sono stati identificati, inoltre, per tali amminoacidi, potenziali effetti antinfiammatori e antiossidanti a livello endoteliale, il che è riconducibile alla riduzione dei noti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come l’ipertensione, l’iperlipidemia, l’obesità e il diabete mellito (Durante, 2020).
Polifenoli e grassi insaturi
Altri effetti protettivi a livello cardiocircolatorio sono mediati da un’ampia classe di nutraceutici fenolici (polifenoli) e dagli acidi grassi polinsaturi; queste due classi di molecole organiche sono dotate di spiccate proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antitrombotiche. Gli effetti protettivi di tali sostanze non hanno un’azione diretta sul colesterolo LDL, ma, grazie al controllo naturale dei processi che concorrono alla formazione e sviluppo delle placche aterosclerotiche (infiammazione, stress ossidativo, disfunzione endoteliale), contribuiscono a ridurre il rischio di disfunzioni all’apparato cardiovascolare.
I polifenoli sono una famiglia di sostanze di origine vegetale la cui caratteristica principale è la presenza di molteplici gruppi fenolici. I polifenoli sono presenti nel tè, così come in molti degli alimenti di una tipica dieta mediterranea: olive, olio d'oliva, uva, vino, frutta e verdura. È stato ipotizzato infatti che determinati polifenoli siano in grado di inibire in modo naturale gli enzimi HMG-CoA reduttasi, acetil-CoA acetiltransferasi e la proteina di trasporto del triacilglicerolo, giustificando il loro effetto ipocolesterolemizzante (Amiot et al. , 2016 ; Pang et al. , 2016). Inoltre è stato dimostrato che i polifenoli dell’uva rossa riducono i livelli circolanti di LDL-C e aumentano la funzionalità del recettore LDL-C.
Se sei interessato a saperne di più sulla relazione tra il consumo di alcol e il diabete, ti suggeriamo la lettura del nostro articolo di blog: "Vino E Diabete: Si Può Bere Il Vino Con Il Diabete?
Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) sono in grado di regolare la pressione sanguigna ed i processi di coagulazione del sangue; sono altresì coinvolti nella sintesi degli eicosanoidi, mediatori chimici in grado di modulare la risposta infiammatoria ed esercitare benefici per la salute cardiovascolare. L'assunzione alimentare di PUFA è vitale in quanto non possono essere sintetizzati in vivo; oli di pesce, semi di lino e noci sono una ricca fonte di PUFA omega-3, mentre oli vegetali e grassi animali sono la principale fonte di PUFA omega-6. L'American Heart Association (AHA) consiglia inoltre alle persone che non sono in grado di aumentare l'assunzione di omega-3 attraverso la sola dieta di valutare la possibilità di assumere integratori di omega-3 (AHA, 2015).
L’importanza dello stile di vita
Abbiamo parlato dell’importanza della dieta per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, ed in effetti interventi specifici sullo stile di vita per l'ipercolesterolemia includono una dieta povera di zuccheri e grassi artificiali in primis: tuttavia per difendersi dall’ipercolesterolemia è necessario modificare anche altri fattori dello stile di vita che incidono su tale condizione.
Altri cambiamenti nello stile di vita, oltre alla dieta per colesterolo alto valido sia per le donne che per gli uomini, includono l’attività fisica moderata, la perdita di peso corporeo per i pazienti in sovrappeso o obesi (che può essere supportata anche con integratori naturali per il controllo del peso) e l’abolizione di importanti fattori di rischio quali fumo e alcol. Se mantenute a lungo termine, queste modifiche dello stile di vita possono ridurre i livelli di colesterolo e lipoproteine aterogene dal 5% al 15%, riducendo significativamente il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
I pazienti che non sono in grado di raggiungere un target adeguato di colesterolo, lipoproteine aterogene, omocisteina ed altri parametri attraverso una dieta per colesterolo alto adeguata ed una regolare attività fisica, dovrebbero prendere in considerazione insimee al proprio medico di fiducia l'uso di nutraceutici ipolipemizzanti. Quest’ultimi possono essere assunti da soli o in associazione alle terapie farmacologiche, ad esempio, a base di statine.
Si può abbassare il colesterolo con la dieta?
In conclusione, lo scopo di tale articolo è stato quello di trasmettere al lettore l’idea che il colesterolo non è di per sé un elemento dannoso per il nostro corpo come invece erroneamente si pensa. Esso viene prodotto autonomamente dal nostro organismo e contribuisce a regolare funzioni essenziali per la nostra sopravvivenza. Il problema sorge quando la quantità di colesterolo nel sangue (in particolare di colesterolo contenuto in lipoproteine aterogene) diventa eccessiva a seguito di un danno primario all’endotelio delle arterie, mettendo a rischio il nostro apparato circolatorio.
Tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, lipoproteine e omocisteina, attraverso esami periodici prescritti dal medico curante, è dunque fondamentale nell’ottica del mantenimento della propria salute, assieme al prendersi cura della propria dieta e dello stile di vita con attività motoria regolare e consumo di cibi che contribuiscano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolemia.
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