- Agnese Stella
Il rosmarino è una pianta dai molteplici utilizzi, grazie alla ricchezza in oli essenziali, come pinene, eucaliptolo, conforene e limonene, che ne fanno un ingrediente dalle straordinarie proprietà. Oltre all’uso culinario, l’estratto di rosmarino ottenuto per macerazione a freddo della pianta secca in olio, e l’olio essenziale di rosmarino vengono utilizzati in erboristeria per l’importante attività antiossidante, digestiva, epatica, promotrice della motilità gastrointestinale, oltre che all’interno di integratori alimentari, nonché per diversi preparati cosmetici come shampoo, dentifrici e creme dall’azione antiossidante. Scopriamo quali sono le proprietà principali dell’estratto di rosmarino e come assumerlo negli integratori per la depurazione naturale dell'organismo a base di rosmarino e polifenoli.
Estratto di rosmarino
L’estratto di rosmarino viene ricavato dalla pianta del rosmarino, che da sempre viene utilizzato come pianta medicinale per favorire la digestione, come anche nella preparazione di cosmetici. Tecnicamente è considerata pianta officinale qualunque organismo vegetale utilizzato, in parte o totalmente, a fini farmaceutici ed erboristici per la produzione di specialità medicinali. Si tratta quindi di quelle piante medicali, aromatiche o da profumo, inserite ufficialmente in tradizionali elenchi e nelle farmacopee specifiche per ogni Paese. Per pianta medicinale invece s’intende una pianta che contiene direttamente le sostanze biologicamente attive utilizzabili a scopi terapeutici. Le regolamentazioni variano da paese a paese; ciò che è considerato officinale in un paese potrebbe non esserlo in altri.
Pianta ed origine
La pianta di rosmarino, nome scientifico Rosmarinus officinalis L. è un piccolo arbusto perenne sempreverde che forma cespugli, tipico delle zone litoranee Mediterranee, nelle quali cresce spontanea dal livello del mare fino alle zone collinari. È una specie termofila che richiede temperature comprese tra i 9 e i 28°C. Le sue foglie sono di forma stretta e allungata, i fiori primaverili sono di colore variabile tra le sfumature del bianco e del viola, entrambe le parti botaniche sono commestibili; appartiene alla famiglia delle Lamiaceae (la stessa di origano, basilico, salvia, timo). In Italia è nota anche come “ramerino”, ma l’origine del suo vero nome è soggetta a diverse interpretazioni.
Per molto tempo si è ritenuto che il suo nome generico derivasse dal latino “ros” (rugiada) e “maris” (del mare), per via dei suoi caratteristici fiori azzurri, che ricordano il colore del mare, ed in effetti viene spesso denominato proprio “rugiada del mare”. Attualmente molti etimologi sembrano concordi sulla tesi secondo la quale il suo nome derivi dal greco “rops” (arbusto) e “myrinos” (odoroso) da cui “arbusto aromatico”. Della specie R. officinalis si conoscono diverse varietà botaniche che si differenziano tra loro in base al portamento della pianta, al colore dei fiori, alle dimensioni e al colore delle foglie. Il suo utilizzo in fitoterapia, aromaterapia e cucina ha una tradizione millenaria.
Sin dai tempi antichi il rosmarino è stata considerata una pianta dalle qualità eccezionali a causa delle sue doti sia aromatiche che farmaceutiche. Prima del II sec. d.c. era utilizzata solo in cucina; solo dopo vennero scoperte le sue virtù digestive e da allora è stata nel tempo sempre più apprezzata tanto da potersi considerare oggi l’aroma italiano d’elezione. La storia ci insegna che gli Egizi consideravano magico quest’arbusto: i suoi rami rimanevano freschi a lungo anche dopo essere stati recisi; questo faceva pensare che potessero procurare l’immortalità. Per i Romani il rosmarino era simbolo di morte e amore; i suoi rametti venivano bruciati durante i riti sacrificali per purificare l’aria.
Estratto di rosmarino: parti utilizzate
Ad oggi l’uso più comune della pianta del rosmarino è quello culinario, come insaporitore di molte pietanze: anche l’estratto di rosmarino viene utilizzato come additivo alimentare (E392), in particolare per conservare carni ed altri tipi di alimenti, sfruttandone l’azione antiossidante.
Ormai noto è anche il suo impiego erboristico e farmaceutico, forse meno conosciuto, invece, è il sempre più diffuso impiego dell’estratto di rosmarino nella cosmesi e della profumeria. La parti tipicamente utilizzate della pianta sono i fiori e le foglie. Esse risultano ricche di composti fitochimici attivi, quali composti fenolici, flavonoidi, terpeni, tannini, oltre che minerali (ferro, potassio, fosforo ed in minore quantità calcio), fibre e vitamina K, vitamina C e vitamine del gruppo B. Si tratta principalmente di metaboliti secondari che la pianta produce per difendersi dagli attacchi di parassiti e che l’uomo sfrutta a suo favore attraverso l’estrazione di oli essenziali.
In erboristeria, l’utilizzo dell’estratto di rosmarino è sempre più comune. Secondo la tradizione popolare, dalla distillazione si ottengono oli essenziali dai seguenti effetti: antiossidanti, antidepressivi, espettoranti, digestivi, diuretici, antireumatici, tonificanti, cicatrizzanti, ecc.
L’estratto di rosmarino viene ottenuto tramite la macerazione della pianta secca in olio di girasole, o per distilazione in corrente di vapore, che porta all’olio essenziale. L’estratto di rosmarino non è un additivo completamente naturale, in quanto spesso viene estratto mediante dei solventi, che permettono di concentrare i suoi principi attivi e preservarli al meglio.
Molti si chiedono quale sia la ricetta dell’estratto di rosmarino, per prepararlo in casa. Dai rametti della pianta è possibile ricavare un estratto di rosmarino fai da te, da utilizzare per le sue numerose proprietà, che delineeremo nei successivi paragrafi, sebbene per l’utilizzo a fini terapeutici sia di fondamentale importanza l’utilizzo di oli essenziali o integratori con rosmarino in cui il contenuto di principi attivi sia standardizzato e certificato, di modo che sia possibile stabilire una posologia.
Dal punto di vista nutrizionale in 100 g di Rosmarino fresco ritroviamo circa 96 kcal, distribuite in 13.5 g di carboidrati, 1.4 g di proteine e 4.4 g di grassi. Va considerata l’elevata quantità d’acqua nella pianta fresca (72 g di acqua in 100 g di pianta) rispetto a quella secca, che comporta un valore energetico ridotto.
Proprietà e attività biologiche del rosmarino
Il rosmarino viene da tempo utilizzato per il trattamento di diversi disturbi: le sue proprietà benefiche sono ascritte in particolare all’estratto o olio essenziale di rosmarino, che viene assunto in diverse modalità sia per via interna che esterna. Diversi studi preclinici e clinici sono stati condotti per indagare sulle effettive proprietà terapeutiche degli oli essenziali del rosmarino. Pur non essendo ancora molto numerosi, quelli attualmente conclusi hanno confermato la saggezza della medicina popolare nell’usare il rosmarino come rimedio naturale per diverse necessità. Gli studi preclinici, ossia quelli condotti in vivo su campioni animali o in vitro, hanno verificato alcune delle sue proprietà già note:
Proprietà antibatteriche
I prodotti alcolici di rosmarino, estratti con metanolo, hanno mostrato azione antibatterica di un certo rilievo, specialmente verso i batteri Gram positivi. Riscontri concreti si sono avuti in particolare contro Helicobacter pylori, Staphilococcus aureus, Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa. Positiva evidenza si è avuta anche contro il Propionibacterium acnes, agente responsabile dell’acne batterica giovanile, per questo spesso l’estratto di rosmarino è utilizzato in cosmesi per preparazioni contro eczema e per la salute della pelle.
Proprietà antivirali
All’estratto di rosmarino vengono attribuite proprietà antivirali, in quanto l’acido carnosico ha dimostrato in vitro attività contro il virus HIV (virus dell’immunodeficienza acquisita). Nello specifico si è mostrato capace di interferire con la produzione della proteina Tat, necessaria al virus per la sua replicazione post penetrazione cellulare. Altro riscontro si è avuto contro l’Herpes virus nelle fasi iniziali dell’infezione, nessun effetto invece è stato evidenziato nella fase di sua replicazione dopo la penetrazione nella cellula ospite. Forte potere inibente la replicazione si è mostrato anche contro il Virus Respiratorio Sinciziale (hRSV), responsabile delle infezioni polmonari delle basse vie respiratorie nell’uomo.
Il rosmarino come conservante
L’estratto di rosmarino è noto per l’effetto antiossidante. I fenoli presenti nelle foglie (acido rosmarinico, acido carnosico e carnosolo) aumentano l’attività della superossido dismutasi (SOD), enzima coinvolto nei processi di inattivazione dei radicali liberi. Inoltre fortificano l’effetto neutralizzante che la vitamina E ha nei riguardi degli stessi. A dimostrazione di ciò il Rosmarino è utilizzato nell’industria alimentare e dei cosmetici come conservante e agente preservante dalle ossidazioni. L’estratto di rosmarino viene utilizzato infatti come additivo alimentare di carni conservate e prodotti da forno, e come ingrediente di creme e gel viso per detergere e purificare la pelle e proteggerla dall’invecchiamento, proprio in virtù della proprietà antiossidante.
Proprietà antispasmodiche
La proprietà dell’olio di rosmarino di rilassare la muscolatura e di ridurne quindi la contrazione è ormai riconosciuta anche dall’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO – monografia di piante medicinali). Il rosmarino viene utilizzato per placare crampi intestinali, coliche biliari, cefalee tensive e coliche renali. Parimenti è utilizzato per il suo effetto calmante contro l’asma e, per uso esterno, nelle malattie reumatiche, dolori muscolari e articolari, mediante massaggi effettuati con l’olio essenziale di rosmarino. Altro comune utilizzo, sempre dovuto all’azione antispasmodica, è quello legato ai casi di amenorrea come stimolante del flusso mestruale.
Antiulcera
Oltre alla già citata azione antibatterica contro Helicobacter pylori, aggiungiamo anche una dimostrata azione protettiva da parte del rosmarino, testata su modelli animali, nei confronti delle lesioni ulcerative gastriche.
Proprietà antinfiammatorie
L’acido rosmarinico e il carnosolo, entrambi presenti nel rosmarino, si sono mostrati in grado di interagire con i mediatori della cascata pro-infiammatoria e del sistema complemento, meccanismi messi in atto dal nostro organismo a seguito di attacchi da parte dei patogeni. Tale azione ha quindi potere modulante nei confronti del sistema immunitario. Spesso l’estratto o l’olio essenziale di rosmarino vengono inoltre utilizzati esternamente, per massaggi volti a lenire dolori muscolari, articolari, reumatismi e gonfiori.
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Proprietà antitumorali
Esperimenti condotti sui topi hanno evidenziato una probabile capacità del rosmarino di essere utile nei trattamenti contro i tumori della pelle. L’applicazione di estratto di rosmarino blocca la proliferazione delle cellule tumorali; analoghi risultati sono stati riscontrati anche nel carcinoma polmonare e della mammella.
Ipoglicemizzante
Uno studio condotto su topi ha dimostrato come l’acido carnosico in soluzione al 20% riesca a ridurre, con effetto dose-dipendente, del 72% l’innalzamento glucidico del sangue. Pare che l’acido rosmarinico sia in grado di inibire l’alfa-gluconidasi, l’enzima intestinale responsabile dell’assorbimento degli zuccheri, determinando, così, un minore innalzamento glicemico e una minore produzione d’insulina, il principale meccanismo di accumulo dei grassi. Non solo, riesce a migliorare il quadro lipidico ed in generale il meccanismo di controllo del peso. Questa funzione è di recente molto studiata per l’importante contributo che potrebbe offrire nei trattamenti destinati a soggetti diabetici e/o obesi.
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Proprietà epatoprotettive
Studi condotti su modelli animali hanno messo in evidenza il potere preventivo dell’estratto alcolico di rosmarino nei confronti di cirrosi epatiche. A seguito del suo costante e prolungato utilizzo si è verificato un rallentamento nella progressione della malattia. Inoltre, l’estratto di rosmarino risulta avere azione inibente sulla lipoperossidazione epatica indotta dai radicali liberi. Ciò lo rende un prezioso supporto per il regolare funzionamento del fegato, per la naturale detossificazione e per il corretto svolgimento dei processi metabolici ad esso ascritti.
Proprietà digestive
Il potere rilassante sulla muscolatura liscia del tratto gastroenterico dell’estratto di rosmarino lo rende molto utile nelle fastidiose problematiche dispeptiche e di meteorismo. Inoltre per il rosmarino è ormai nota la capacità di stimolare le papille gustative, la produzione salivare e dei succhi gastrici e la produzione di bile, favorendo i processi digestivi. Questa è la funzione forse più nota del rosmarino sin dai tempi dell’antichità.
Proprietà diuretiche
Ricchissimo di potassio, il rosmarino stimola la diuresi, perché a livello renale il minerale si contrappone all’azione del sodio, stimolando l’eliminazione d’acqua. Azione questa molto utile anche in chi soffre di ipertensione, poiché l’aumento della diuresi fa ridurre il volume ematico e di conseguenza la pressione che il flusso esercita sulle pareti dei vasi sanguigni.
Proprietà neuroprotettive
L’acido carnosico e il carnosolo in vitro hanno mostrato capacità di aumentare la sintesi del fattore di crescita nervoso (Nerve Growth Factor), NGF, oltre al già citato effetto antiossidante. L’effetto neuroprotettivo, se confermato, rappresenterebbe un potenziale beneficio nella prevenzione dello sviluppo di malattie neuro-degenerative.
Effetti sui disturbi della vista
Una ricerca americana condotta prima in vitro e poi su modelli animali, ha dimostrato che l’acido carnosico pare contribuisca a contrastare la degenerazione maculare senile, patologia della parte centrale della retina, una delle cause più diffuse di limitazione della capacità visiva di persone con età superiore ai 50 anni.
Per quanto concerne gli studi clinici, ossia effettuati sull’uomo, essi si presentano ancora poco numerosi e con limitato numero di partecipanti; tuttavia i risultati ottenuti risultano essere molto promettenti e spingono la ricerca verso ulteriori approfondimenti. Ad oggi tali studi hanno evidenziato effetti incoraggianti nei seguenti ambiti:
Estratto di rosmarino per i capelli: alopecia
Uno studio randomizzato, condotto in doppio cieco su 86 partecipanti ha confermato l’effetto stimolante sulla crescita del capello, tradizionalmente nota. Nello specifico un massaggio sul cuoio capelluto, prolungato per 7 mesi, con una miscela di rosmarino addizionato di lavanda, timo e legno di cedro, hanno mostrato esito positivo nel 44% dei casi. Tale studio è stato confrontato con uno similare condotto con farmaci contro l’alopecia; i risultati sono stati altamente paragonabili.
Rosmarino per la memoria e la concentrazione
Due studi condotti nei primi anni 2000 (il primo ha coinvolto 10 individui, il secondo 140) hanno dimostrato come l‘estratto di rosmarino riesca ad influenzare le funzioni cerebrali. In particolare l’inalazione per 5 minuti dell’olio essenziale, oltre che determinare un generale stato di rilassamento, induce un aumento di concentrazione e memoria dando supporto nei momenti di intensa attività intellettuale. Uno studio condotto nel 1998 ha studiato tramite EEG (elettroencefalogramma) gli effetti dell’inalazione di olio essenziale di Rosmarino su soggetti volontari.
I risultati hanno evidenziato che il rosmarino migliora l’accuratezza cognitiva, la velocità di elaborazione di calcoli matematici e la soglia di vigilanza nella maggior parte dei partecipanti. Nel 2003 studiosi inglesi condussero ricerche cliniche sull’attività dell’olio aromatizzato con risultati sorprendenti nel contrastare l’Alzheimer ed il decadimento cognitivo in pazienti con età superiore ai 65 anni. Molte infatti sono le sperimentazioni in pazienti geriatrici, individui che per loro natura vedono gradualmente ridurre le loro facoltà cognitive.
Disintossicazione da oppiacei
Questa proprietà è forse quella meno nota al pubblico, anche se studiata con notevole interesse dal mondo scientifico. Grazie ad uno studio del 2013 si è scoperto che la somministrazione di capsule di estratto di rosmarino in pazienti sottoposti a terapia disintossicante da oppio, ha avuto un effetto positivo sul loro stato di salute. Gli 81 soggetti testati dopo 4 settimane hanno inoltre mostrato un miglioramento del sonno ed una minore incidenza dei sintomi da astinenza.
Rosmarino e contro il raffreddore
Il rosmarino è una ricca fonte di Vitamina C, che è capace di stimolare il sistema immunitario attraverso la produzione di anticorpi. Noto a tutti è il consiglio di aumentare il consumo di Vitamina C, eventualmente ricorrendo ad integrazione, in caso di raffreddamento e sintomi/stati influenzali. La vitamina C è in grado di ridurre il rilascio di istamina, responsabile dei sintomi tipici del raffreddore.
Rosmarino e pelle
Le azioni lenitive, rigeneranti e antisettiche del rosmarino lo hanno reso oggetto di molte sperimentazioni in campo dermatologico e cosmetico, riscoprendo in esso un ottimo coadiuvante nel trattamento e nella prevenzione di scottature solari e smagliature. L’estratto di rosmarino viene considerato un tonico, purificante e antisettico, utilizzato in creme, lozioni ma anche shampoo e prodotti per capelli.
Rosmarino contro lo stress
Uno studio giapponese condotto su 22 volontari dimostrato che il rosmarino ha un marcato potere rilassante e quindi antistress. Il trattamento di aromaterapia a base di Rosmarino e lavanda ha avuto effetti benefici sul cortisolo, noto come ormone dello stress; infatti, a fine trattamento la sua concentrazione salivare di cortisolo si è ridotta.
Come assumere l'estratto di rosmarino
Il rosmarino può essere utilizzato in diverse formulazioni che meglio consentono di sfruttarne le numerose proprietà. In cucina se ne utilizzano le foglie ed i rametti, ma in erboristeria e farmacologia è disponibile in forma di olio essenziale o tintura madre, ottenuto per estrazione in corrente di vapore, macerato glicelico, integratori in capsule o polvere e gocce orali. Per l’uso omeopatico ed erboristico è importante utilizzare preparazioni riconosciute e standardizzate, che permettono di conoscere la quantità di principi attivi assunta.
Per quanto concerne l’uso in cucina il rosmarino può essere utilizzato senza limitazioni come aromatizzante in qualunque pietanza, semplicemente secondo i gusti personali. La forma preferibile è quella fresca, ma più pratico è l’uso della forma secca che mantiene comunque gran parte degli oli essenziali e quindi tutte le proprietà ad essi associate.
Come già ribadito l’uso del Rosmarino è ormai diffuso per molti utilizzi oltre a quelli culinari. In campo erboristico molto comune secondo la tradizione è l’uso di rosmarino come decotto, solitamente insieme alla menta per amplificare le sue proprietà depurative e detossificanti nei riguardi del fegato: per la ricetta di un estratto di rosmarino fai da te da assumere per l’azione digestiva basterebbero 40 g di rametti e foglie di rosmarino da portare in ebollizione per 5 minuti, dopodiché si lascia raffreddare, si filtra e si beve.
In omeopatia, per il trattamento dei disturbi precedentemente indicati, il rosmarino può essere assunto in diverse modalità. In commercio è disponibile sotto forma di tintura madre, per la quale la droga è estratta con solvente alcolico, l’etanolo (in rapporto 1:5) oppure come estratto liquido acquoso, in cui l’etanolo è utilizzato in minima parte, solo per favorire l’estrazione (il rapporto droga/solvente è di 1:1); In ultimo può ritrovarsi anche come macerato glicerico. Per l’impiego esterno è più comune l’utilizzo del rosmarino in formulazione semisolida, in pomate che ne facilitano l’uso topico: in medicina popolare ad esempio impacchi di rosmarino venivano utilizzati per guarire le ferite ma anche per contrastare i dolori muscolari e reumatici.
L’olio essenziale di rosmarino può essere utilizzato anche in un diffusore per ambienti. In aromaterapia si utilizzano spesso formulazioni liquide di estratto di rosmarino da vaporizzare negli ambienti del trattamento.
Come integratore alimentare, l’estratto di rosmarino si ritrova in commercio in formulazioni liquide ed in polvere. La posologia per gli integratori in capsule, compresse e opercoli varia in genere da 2 a 4 capsule al giorno, con dosaggi pressoché variabili nell’ordine di decine-centinaia di milligrammi.
Qualunque sia la formulazione e l’utilizzo il rosmarino è spesso associato ad altre piante officinali al fine di intensificare le sue proprietà ed associare ad esse quelle di altre specie. Naturalmente la quantità da utilizzare varia a seconda del tipo di disturbo da trattare ed il tipo di preparazione da utilizzare, anche in funzione della sensibilità/tollerabilità personale.
Rosmarino: controindicazioni ed effetti collaterali
Ad oggi non sono noti effetti collaterali per il consumo di rosmarino in quantità solitamente riscontrate negli alimenti. Utilizzato come fitofarmaco, il rosmarino è considerato un prodotto sicuro per la maggior parte delle persone, se assunto per via orale, applicato sulla pelle o inalato per aromaterapia. L’assunzione in grande quantità per via orale di olio essenziale di rosmarino non diluito è considerata non sicura.
Può causare disturbi quali vomito, sanguinamento uterino, irritazione renale, aumentata sensibilità al sole, reazioni allergiche ed arrossamenti della pelle. È consigliato l’uso con cautela di rosmarino nelle donne in gravidanza ed in soggetti con disturbi emorragici. Altra ricchezza dell’olio essenziale di rosmarino, dalla quale deriva una sua possibile controindicazione, è il suo contenuto in acido acetilsalicilico, principio attivo dell’aspirina.
Di conseguenza ai soggetti allergici all’aspirina è proibito l’uso di rosmarino, onde evitare pericolose reazioni allergiche. Per le sue proprietà stimolanti, è generalmente sconsigliato l’uso di Rosmarino in soggetti epilettici.
Interazioni con farmaci
Anche per l’estratto di rosmarino, come per tutti gli integratori, è sempre opportuno chiedere il parere del proprio medico di fiducia prima di iniziare spontaneamente l’assunzione di integratori. Il rosmarino contiene, fra gli altri componenti, anche la vitamina K, che, come è noto, è capace di attivare il processo di coagulazione sanguigna. Il suo utilizzo deve essere moderato in soggetti con problemi di coagulazione in terapia farmacologica con anticoagulanti orali per non ridurne l’effetto. Va precisato che la cottura del rosmarino riduce la concentrazione delle vitamine presenti, per cui l’uso culinario non richiede particolari attenzioni. Altra controindicazione per l’uso massiccio di rosmarino in caso di terapia farmacologica riguarda soggetti con calcoli alla colecisti. Il rosmarino stimola la produzione di bile, per cui in presenza di calcoli la sovrapproduzione biliare potrebbe far insorgere fastidiose coliche.
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