La tiroide è una ghiandola endocrina posta alla base del collo ed è responsabile della produzione di ormoni che rivestono un ruolo fisiologico fondamentale fin dalla nascita. Negli ultimi anni è emerso con chiarezza che la dieta e la salute intestinale sono strettamente connessi alla corretta funzionalità tiroidea.

Questo asse dieta–intestino–tiroide gioca un ruolo centrale nel mantenimento dell’equilibrio ormonale. Un’alimentazione bilanciata e ricca di micronutrienti, come iodio, selenio, ferro, zinco, rame, magnesio, vitamina A e vitamina B12 è importante per un’adeguata produzione e regolazione degli ormoni tiroidei durante ogni fase della vita.

Al contrario, la nutrizione inadeguata può alterare la salute intestinale e il microbiota, provocando disbiosi e carenza di micronutrienti, che se protratta può portare o esacerbare disfunzioni tiroidee, come ipotiroidismo e ipertiroidismo, e può essere inoltre correlata a tiroiditi autoimmuni e nei casi più gravi anche cancro alla tiroide.

In questo articolo capiremo come funziona la ghiandola tiroidea e approfondiremo la relazione biochimica tra tiroide e uno specifico micronutriente, il magnesio. Vedremo come magnesio e tiroide si influenzano a vicenda, evidenziando i sintomi più comuni legati sia alla disfunzione tiroidea che alla carenza di magnesio. Infine, esploreremo le fonti alimentari più ricche di magnesio, le forme più efficaci di magnesio da integrare e se l’integrazione può essere associata in modo sicuro ai trattamenti farmacologici.

magnesio e tiroide

Tiroide e disfunzioni tiroidee

La tiroide è una ghiandola endocrina regolata dall'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide e svolge un ruolo centrale nell’omeostasi dell’organismo, nella crescita e nello sviluppo, nonché nel normale funzionamento dell'apparato riproduttivo, nervoso e cardiovascolare.

L’ipotalamo rilascia l’ormone di rilascio della tireotropina (TRH), che stimola l’ipofisi a produrre l'ormone tireostimolante (TSH), che a sua volta stimola la tiroide alla secrezione di:

  • Tiroxina (abbreviata con la sigla T4 poichè contiene 4 atomi di iodio)
  • Triiodotironina (abbreviata con la sigla T3 poichè contiene 3 atomi di iodio)

La triiodotironina (T3) è la forma attiva dell’ormone tiroideo prodotto direttamente dalla ghiandola, ha un’emivita breve di circa un giorno e la sua funzione è rapida e potente. La tiroxina (T4) è invece la forma inattiva dell’ormone tiroideo. Ha un'emivita di circa 7 giorni e può fungere da riserva, proprio perché può legarsi alle proteine di riserva nel sangue.

In base alle richieste dell’organismo, infatti, nei tessuti periferici la tiroxina viene trasformata in triiodotironina da specifici enzimi, le deiodinasi, che rimuovono un atomo di iodio alla T4 attivandola in T3.

La produzione ormonale tiroidea è finemente regolata da un meccanismo a feedback negativo tale per cui l'ipotalamo regola la sua attività, e quindi la sintesi ed il rilascio di TRH, sulla base della quantità di T3 e T4 circolanti nel torrente  ematico.

Gli ormoni tiroidei hanno un importante impatto sulla salute dell’organismo, in quanto hanno un’ influenza:

  • Sul metabolismo basale e sulla produzione di bioenergia (ATP)
  • Sul sistema nervoso centrale
  • Sulla termoregolazione
  • Sulla frequenza e il ritmo cardiaco
  • Sull’apparato riproduttivo
  • Sulla capacità digestiva e il transito intestinale
  • Sulla salute muscolare e ossea

Ne consegue che qualsiasi interruzione della corretta funzionalità tiroidea ha importanti ripercussioni sul benessere generale dell’individuo e può manifestarsi con un ampio spettro di disturbi.  Ad oggi circa 6 milioni di persone in Italia, tra cui principalmente donne, presentano disfunzioni tiroidee.

Quando la tiroide non riesce a produrre sufficienti quantità di T3 e T4 parliamo di ipotiroidismo. In questo caso l’ipotalamo percepirà la carenza di ormoni tiroidei, aumenterà la produzione di TRH che spingerà l’ipofisi a produrre più ormone tireostimolante: TSH. Si avrà dunque un TSH circolante elevato senza una corretta risposta da parte della tiroide.

Questa situazione può essere dovuta a stress eccessivo, carenza di micronutrienti (come iodio, selenio e magnesio), fattori di rischio non modificabili oppure da situazioni di autoimmunità, come la tiroidite di Hashimoto, dove il sistema immunitario attacca progressivamente la ghiandola tiroidea provocando un danno permanente ed una progressiva perdita di funzionalità.

A causa del deficit ormonale, in questo caso l’individuo sarà soggetto a maggiore stanchezza, aumento di peso, sensazione di freddo, stipsi, depressione, pelle secca e irregolarità nel ciclo mestruale.

In caso di ipertiroidismo invece la situazione è opposta. T3 e T4 saranno alti e la concentrazione di TSH bassa, poiché l’ipotalamo percepisce gli alti livelli circolanti di ormoni tiroidei e la produzione di TRH viene inibita.

La malattia di Graves è la causa più comune di ipertiroidismo e si tratta di una malattia autoimmune, in cui gli autoanticorpi diretti contro il recettore tiroideo del TSH causano un aumento della sintesi e della secrezione degli ormoni tiroidei.

L’eccesso di ormoni tiroidei in circolo porta ad una sintomatologia di ansia, tachicardia, perdita di peso, nervosismo, insonnia, sudorazione eccessiva, intolleranza al caldo.

Risulta dunque fondamentale che la produzione di ormoni tiroidei sia mantenuta in equilibrio ed in tutto ciò la nutrizione e l'integrazione con i micronutrienti risultano indispensabili. Tra questi, iodio e selenio sono nutrienti fondamentali, ma anche il magnesio, spesso trascurato, svolge un ruolo importante non solo nella produzione e attivazione degli ormoni tiroidei, ma anche nel supporto dei processi fisiologici coinvolti nella gestione dei sintomi correlati.

Il legame biochimico tra magnesio e tiroide

Anche se si sente poco parlare di magnesio in relazione alla tiroide, gli studi affermano che è un micronutriente essenziale per una funzionalità tiroidea ottimale, in quanto svolge più funzioni nel mantenimento del benessere di questa ghiandola.


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Il ruolo del magnesio nella produzione di ormoni tiroidei

Come già detto, gli ormoni T3 e T4 sono composti da atomi di iodio. Ne consegue che la loro sintesi è strettamente legata alla disponibilità di iodio. Tuttavia, perché lo iodio possa essere effettivamente utilizzato dalla tiroide, è fondamentale anche la presenza di magnesio.

Il magnesio facilita l'assorbimento e l'utilizzo dello iodio da parte della tiroide, poiché  è essenziale per il corretto funzionamento del trasportatore NIS (sodium-iodide symporter), responsabile del trasporto attivo dello iodio nei tireociti (cellule della tiroide). Per “attivo” si intende un meccanismo che richiede energia sotto forma di ATP, la cui produzione è a sua volta magnesio-dipendente.

In assenza di adeguate quantità di magnesio, la funzionalità del trasportatore NIS risulta compromessa, ostacolando l’ingresso dello iodio nei tireociti e, di conseguenza, la sintesi degli ormoni T3 e T4. Infatti, esperimenti con iodio radioattivo hanno dimostrato che l’assorbimento di iodio da parte delle ghiandole tiroidee è dipendente dal magnesio, poiché la somministrazione di magnesio stimolava questo processo, mentre la sua assenza provocava una inibizione dell'assorbimento.

Il magnesio nella conversione di T4 in T3

Anche se il magnesio non è un coenzima diretto delle deiodinasi ne garantisce però le condizioni intracellulari adeguate affinché il processo di deiodinazione avvenga correttamente. Infatti, la deiodinasi è un enzima selenio dipendente, ovvero funziona solo se in presenza di selenio. Il magnesio, garantendo un’adeguata produzione di ATP e limitando lo stress ossidativo, contribuisce all’equilibrio ossidoriduttivo intracellulare, condizione necessaria per il corretto funzionamento degli enzimi seleno-dipendenti.

Pertanto in caso di carenza di magnesio può verificarsi un rallentamento della funzionalità enzimatica delle deiodinasi con conseguente riduzione della disponibilità di T3, generando sintomi da ipofunzione tiroidea anche in presenza di valori normali di TSH e T4.

Il magnesio nella regolazione della produzione di TSH

Il magnesio è un cofattore essenziale di numerosi enzimi, molti dei quali coinvolti nella regolazione ormonale, e svolge un ruolo chiave nel corretto funzionamento del sistema endocrino. In particolare, il magnesio è coinvolto nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), dove è cofattore enzimatico necessario per la trascrizione genica degli ormoni ipofisari, tra cui il TSH (ormone tireostimolante) che stimola la tiroide a sintetizzare T3 e T4.

Una carenza di magnesio può alterare l’equilibrio dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, compromettendo la funzionalità ipofisaria e riducendo la secrezione di TSH, contribuendo così a una disregolazione della funzionalità della tiroide. Questo meccanismo è alla base di molte disfunzioni tiroidee subcliniche, che spesso non emergono negli esami di laboratorio di routine.

Il magnesio nel sostegno dei mitocondri

Il magnesio è un cofattore indispensabile per la produzione di energia cellulare, in quanto sostiene la fosforilazione ossidativa mitocondriale, un processo chiave per la sintesi di ATP. Sostiene quindi i mitocondri presenti nei tireociti, cellule dalle elevate richieste energetiche.

Una carenza di magnesio può compromettere l’efficienza mitocondriale, riducendo la produzione di ATP e alterando la fisiologia della ghiandola. Infatti, in caso di deficit energetico può svilupparsi un'alterazione della struttura della tiroide con un aumento della vascolarizzazione o formazione di noduli. Un corretto apporto di magnesio migliora la funzione mitocondriale e con essa anche la morfologia tiroidea.

Magnesio e stress ossidativo

Bassi livelli di magnesio compromettono le difese antiossidanti endogene, aggravando lo stress ossidativo. La tiroide, essendo una delle ghiandole metabolicamente più attive, risulta particolarmente sensibile agli squilibri legati allo stress ossidativo. Migliorando l’efficienza mitocondriale, il magnesio contribuisce a ridurre la produzione di radicali liberi, prevenendo danni cellulari e processi pro-infiammatori. Il magnesio contribuisce quindi alla protezione dei tireociti e al mantenimento della funzione ghiandolare.

L'integrazione di magnesio è dunque molto importante soprattutto nelle tiroiditi autoimmuni, come quella di Hashimoto, in cui lo stress ossidativo e l’infiammazione sono fisiologicamente accentuati.

Il circolo vizioso tra carenza di magnesio e disturbi della tiroide

Quando la tiroide non funziona correttamente, come nel caso dell’ipotiroidismo o delle tiroiditi autoimmuni, l’organismo “rallenta” molti processi metabolici fondamentali. Tra questi c’è anche la capacità dell’intestino di assorbire correttamente i nutrienti, incluso il magnesio, generando un aumentato fabbisogno.

Ma non solo. La disfunzione tiroidea aumenta anche le richieste di magnesio a livello cellulare. Vengono infatti messi in atto una serie di meccanismi compensatori alla mancanza di T3, allo scopo di compensare la ridotta produzione di energia cellulare. Questi meccanismi compensatori richiedono grandi quantità di magnesio, che se non correttamente reintegrato andrà ad esaurirsi.

Dall’altra parte, gli stress di natura fisica e/o mentale possono contribuire all’esaurimento delle riserve di magnesio dell'organismo. Questa deplezione riduce la capacità dei mitocondri di produrre energia, influenzando la funzione tiroidea e contribuendo allo sviluppo di patologie tiroidee benigne.

Si crea così un circolo vizioso dove una tiroide che non lavora bene riduce la disponibilità di magnesio, la carenza di magnesio peggiora come abbiamo visto sopra la funzione tiroidea e il ciclo si autoalimenta, contribuendo a una serie di sintomi cronici: stanchezza, confusione mentale, ansia, dolori muscolari, problemi intestinali, alterazioni del ciclo mestruale o della fertilità.

Abbiamo visto nel paragrafo precedente come il magnesio gioca un ruolo chiave nella salute della tiroide. Ne consegue che ci sono sintomi tiroidei che possono essere influenzati o aggravati dalla carenza di magnesio, oppure migliorati con una sua adeguata integrazione.

Carenza di magnesio e stanchezza cronica

Gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo a livello cellulare e sistemico. Una ridotta disponibilità di T3 comporta una minor produzione di energia e quindi di ATP con conseguente rallentamento dei processi metabolici. Se il metabolismo energetico non è correttamente sostenuto, la produzione di energia cellulare diminuisce, causando una sensazione cronica di affaticamento e stanchezza tipici dell’ipotiroidismo.

Il magnesio è direttamente correlato al corretto funzionamento del Complesso V della catena di trasporto degli elettroni mitocondriale (ATP sintasi). In presenza di adeguati livelli di magnesio, i mitocondri riescono a produrre abbastanza ATP e supportare tutti i processi cellulari ATP-dipendenti, incluso l’assorbimento attivo di iodio da parte dei tireociti, fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei.

Carenza di magnesio e alterata termoregolazione 

L’ormone tiroideo T3 stimola la termogenesi, ovvero la produzione di calore da parte dell’organismo. Bassi livelli di T3, come accade in caso di ipotiroidismo, sono associati ad una minore produzione di calore che si traduce in una maggiore sensibilità al freddo con sintomi come mani e piedi freddi e brividi.

Se alla ridotta funzionalità tiroidea si associa anche una carenza di magnesio, la situazione peggiora, in quanto il magnesio è essenziale per il buon funzionamento dei mitocondri, dove viene prodotta la maggior parte dell’ATP, e quindi calore, nelle cellule. Senza un adeguato apporto di magnesio la termogenesi è ulteriormente ridotta e i sintomi si accentuano.

Carenza di magnesio e disturbi dell'umore, ansia e insonnia

Magnesio e tiroide influenzano entrambi l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e il metabolismo del GABA, il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale. La T3 stimola il sistema nervoso, aumentando lo stato di veglia, l'attenzione e la reattività agli stimoli esterni. Al contrario, il magnesio è un modulatore del sistema nervoso, regola i recettori del GABA e riduce l’eccitabilità neuronale. In caso di carenza di magnesio questa regolazione viene meno, con conseguente  aumento del rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress. Questo squilibrio può aggravare sintomi come ansia, agitazione e insonnia spesso presenti nei disturbi tiroidei.

Carenza di magnesio, annebbiamento mentale e difficoltà di concentrazione

L’ormone tiroideo T3 agisce sul sistema nervoso centrale, influenzando concentrazione, memoria e lucidità mentale ma ha bisogno di una corretta disponibilità di magnesio per essere convertito e attivato.  Il magnesio non solo è necessario per la conversione ormonale, ma è anche in grado di stimolare l’attività cerebrale, sostenere la trasmissione sinaptica e la neuroplasticità. Ne consegue che un adeguato apporto di magnesio può quindi contribuire a ridurre i sintomi cognitivi tipici dell’ipotiroidismo, come annebbiamento mentale (brain fog), scarsa concentrazione e alterate prestazioni della memoria.

Carenza di magnesio, crampi e dolori muscolari

Gli ormoni tiroidei influenzano il trofismo muscolare. Ne consegue che alterazioni tiroidee possono causare debolezza muscolare, dolori articolari e muscolari e rigidità. Una carenza di magnesio può esacerbare questa sintomatologia, poiché il magnesio è fondamentale per il rilassamento muscolare e per la regolazione dell’eccitabilità neuromuscolare. Un adeguato apporto di magnesio contribuisce a prevenire spasmi, contratture e crampi, migliorando il benessere muscolare nelle persone con disturbi della tiroide.

Carenza di magnesio e osteoporosi

Gli ormoni tiroidei regolano il rimodellamento osseo. Il magnesio, cofattore dell’attivazione della vitamina D e del paratormone, ne modula l’attività, contribuendo a mantenere l’equilibrio tra sintesi e riassorbimento osseo. Una sua carenza può accelerare la demineralizzazione e aumentare il rischio di osteoporosi, in particolare in presenza di disfunzioni tiroidee come ipertiroidismo o ipotiroidismo, con maggiore incidenza nelle donne.

Carenza di magnesio, difficoltà digestive e disordini intestinali

L’ormone tiroideo T3 stimola una corretta digestione e la motilità intestinale, motivo per cui l’ipotiroidismo si associa frequentemente a un rallentamento della motilità, stitichezza e digestione lenta, mentre in caso di ipertiroidismo il transito intestinale è accelerato, con diarrea e malassorbimento. Il magnesio contribuisce a migliorare la digestione, supporta la produzione di enzimi digestivi e regola la funzione neuromuscolare intestinale. Aiuta così a regolare la motilità intestinale, sia generando un effetto osmotico sia rilassando la muscolatura liscia.

Carenza di magnesio e infertilità

Gli ormoni tiroidei influenzano l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, fondamentale per la salute riproduttiva. Nell’ipotiroidismo si osserva una ridotta secrezione di GnRH (ormone ipotalamico che stimola il rilascio di FSH e LH da parte dell’ipofisi), con conseguente alterazione del ciclo mestruale, anovulazione e infertilità.

L’ipotiroidismo può causare un aumento della prolattina (mediato dal TRH ipotalamico), contribuendo ad inibire l’ovulazione. Il magnesio sostiene la corretta funzionalità ipofisaria e con essa la regolazione dell’LH, FSH e progesterone, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio ormonale femminile. Contrasta inoltre l’eccesso di prolattina. Una carenza di magnesio può quindi peggiorare gli squilibri ormonali e compromettere ulteriormente fertilità e regolarità del ciclo mestruale.

Carenza di magnesio e tachicardia

L’ormone tiroideo T3 aumenta l’espressione dei recettori β-adrenergici nel cuore e amplifica la risposta alla noradrenalina, aumentando la frequenza e la capacità di  contrazione del muscolo cardiaco. Per questo nell’ipertiroidismo sono frequenti sintomatologie come tachicardia, fibrillazione atriale e ipertensione.

Il magnesio, essenziale per la stabilità elettrolitica, regolando il ritmo cardiaco e la contrazione miocardica, stabilizza la trasmissione elettrica del cuore. Una sua integrazione può perciò essere utile  in caso di aritmie o alterazioni del ritmo cardiaco associate a disfunzioni tiroidee.

Migliori fonti di magnesio per la tiroide

Gli studi hanno evidenziato l'influenza di diversi fattori dietetici e micronutrienti sulla sintesi, il metabolismo e la funzione degli ormoni tiroidei.  È importante comprendere queste relazioni perché la dieta e l'alimentazione possono essere fattori che possono essere modificati e, di conseguenza, migliorare la funzionalità della tiroide e ridurre l'incidenza dei disturbi della tiroide.

Fonti alimentari di magnesio

L'alimentazione bilanciata e con un corretto apporto di magnesio prevede un adeguato consumo di:

  • Verdure a foglia verde scuro come spinaci, bietole, cavolo riccio. Contengono clorofilla (che ha un atomo di magnesio al centro della molecola) e forniscono anche folati, utili per la metilazione e il supporto endocrino;
  • Legumi e cereali integrali come fagioli, lenticchie, ceci, avena e quinoa. Ottimi anche in caso di eubiosi, spesso compromessa in caso di ipotiroidismo;
  • Frutta secca e semi, come mandorle, anacardi, semi di zucca e semi di lino. Ricchi anche in acidi grassi e zinco, altro minerale chiave per la tiroide;
  • Cacao amaro e cioccolato fondente (≥85%). Fonte non solo di magnesio ma anche di antiossidanti, sostiene l'umore, spesso alterato in caso di ipotiroidismo.

Bisogna però tenere a mente che esistono numerosi fattori che riducono l’assorbimento del magnesio o ne promuovono un maggior consumo, come stress, disbiosi, farmaci, eccesso di zuccheri, oppure durante fasi specifiche della vita, come la gravidanza. Inoltre, spesso gli alimenti di cui disponiamo hanno perso la maggior parte della concentrazione di micronutrienti, sia per la cattiva conservazione sia perché spesso i terreni di coltivazione sono già poveri di microelementi.

Migliori integratori di magnesio

È molto frequente dunque che le fonti alimentari di magnesio non contengano una quantità sufficiente del minerale, tale da sostenere in modo efficace la tiroide o le elevate richieste dell’organismo in condizioni di stress fisico, mentale o metabolico. È ragionevole in molti casi valutare una supplementazione di magnesio da sali organici, che garantiscono un’elevata biodisponibilità e assorbimento. Le migliori forme di magnesio da scegliere in questo caso sono:

Magnesio bisglicinato

È una forma in cui il magnesio è chelato con due molecole di glicina. Tale legame lo rende altamente assorbibile e tollerabile a livello intestinale. Gode di ottime proprietà sul sistema nervoso. Il magnesio bisglicinato è utile principalmente in caso di tiroidite di Hashimoto e nei periodi di stress intenso in sostegno della funzionalità tiroidea.

Magnesio malato

È una forma in cui il magnesio è unito all’acido malico, ed è spesso consigliato nei casi di affaticamento cronico. Può essere utile nei soggetti ipotiroidei che lamentano stanchezza cronica e dolori muscolari. Sono invece da evitare fortemente tutte le forme inorganiche (come il magnesio ossido comunemente trovato negli integratori economici) che presentano scarsa biodisponibilità e hanno la controindicazione di causare disturbi gastrointestinali.

Magnesio e farmaci per la tiroide

Il magnesio può essere un’ottima fonte di sostegno della tiroide ma sicuramente non può sostituirsi al trattamento farmacologico, soprattutto nei casi in cui il malfunzionamento tiroideo è su base autoimmune.

Una domanda che può sorgere a questo punto è dunque se è possibile associare l’integrazione di magnesio con il trattamento farmacologico. Ovviamente l'associazione può essere utile in quanto il magnesio può ottimizzare la risposta cellulare all’ormone T3, migliorando i sintomi, a patto che venga assunto nel momento giusto.

Quando assumere il magnesio con i farmaci per la tiroide

Il magnesio, soprattutto in forma di integratore, potrebbe  legarsi ai farmaci (esempio alla levotiroxina) a livello intestinale, riducendone l’assorbimento e quindi la quantità disponibile per l’organismo. Questo può portare a un apparente peggioramento dei sintomi, nonostante l’assunzione regolare del farmaco. Per pazienti in cura farmacologica sarà sufficiente distanziare di almeno 4 ore l’assunzione di magnesio da quella del farmaco. In ogni caso è d’obbligo farsi seguire dal proprio medico  prima di iniziare qualsiasi supplementazione.

Considerazioni finali sul legame tra magnesio e tiroide

Essere consapevoli di questa relazione tra micronutrienti e tiroide è importante per il mantenimento della salute di questa ghiandola e per prevenire le disfunzioni ad essa correlate. Mantenere adeguati livelli di magnesio è cruciale per la salute della tiroide. Una dieta equilibrata e, se necessario, l'integrazione di magnesio possono supportare la funzione tiroidea e prevenire i disturbi da un’alterata fisiologia della ghiandola.

Interventi che possono essere efficaci soprattutto in donne in età fertile  e in menopausa, così come in soggetti altamente stressati, sportivi, persone con disturbi del sonno, persone con disturbi gastrointestinali e persone anziane. Tali soggetti potrebbero considerare in accordo con il proprio medico  una corretta integrazione di magnesio.

Bibliografia

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Tania Polla

Laureata in Biotecnologie Mediche ed abilitata alla professione di Biologo Nutrizionista. Si occupa di nutrizione e integrazione funzionale, elaborando piani personalizzati e incoraggiando ad uno stile di vita sano e consapevole.

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