La permeabilità intestinale, spesso definita come "leaky gut" o sindrome dell'intestino permeabile, rappresenta una condizione tanto diffusa quanto spesso sottovalutata e che se non attenzionata arriva a causare disagi intestinali importanti oppure vere e proprie patologie intestinali ed extraintestinali a seconda della predisposizione genetica e dei fattori di rischio individuali. In questo articolo capiremo cosa succede al nostro organismo in caso di alterata permeabilità intestinale. Comprenderemo il ruolo della zonulina e le sue implicazioni, le conseguenze a lungo termine di un intestino permeabile, il ruolo della dieta e gli integratori specifici per la permeabilità intestinale che possono venire in aiuto.

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La barriera intestinale

La barriera intestinale è una struttura complessa e dinamica che si modifica costantemente sulla base degli stimoli che riceve. La sua funzione è quella di preservare il tratto gastrointestinale, consentendo l’assorbimento di tutto ciò che è benefico e bloccando al contempo tutto ciò che è potenzialmente nocivo. In buona sostanza la barriera intestinale è vitale proprio grazie alla sua selettività.  Si tratta di una struttura molto ben organizzata e finemente regolata, che idealmente possiamo suddividere in quattro strati. Partendo dal lume intestinale (quindi la parte più interna) troviamo:

  • Il Microbiota (o flora intestinale). Comprende migliaia di specie batteriche diverse. Tra i ruoli più importanti del microbiota troviamo: la competizione con i patogeni per i nutrienti; la digestione dei macronutrienti, come carboidrati e proteine; la sintesi di vitamine; la regolazione del sistema immunitario.
  • La Microflora del muco, che contiene microrganismi, immunoglobuline A (Ig A), mucine e peptidi antimicrobici.
  • L’Epitelio intestinale. Qui troviamo gli enterociti con le loro giunzioni strette (tight junctions), le cellule caliciformi (deputate alla sintesi e al rilascio di mucine), le cellule del Paneth e le cellule staminali intestinali (responsabili del ricambio cellulare ogni 3-5 giorni).
  • Infine, un ultimo strato che fa da barriera immunitaria, composto principalmente da cellule T, cellule B, macrofagi, cellule dendritiche e mastociti, che proteggono dai microrganismi che penetrano nell'epitelio.

Permeabilità intestinale

Nel precedente paragrafo abbiamo visto come l’epitelio, il muco, il microbiota e le cellule del sistema immunitario siano fondamentali nella funzione di “barriera” intestinale. Le cellule dell’epitelio intestinale, ad esempio, proliferano e si rinnovano rapidamente. Di conseguenza, le proteine delle giunzioni strette devono essere continuamente regolate per garantire plasticità e al tempo stesso prevenire qualsiasi fenomeno che possa compromettere la funzione di barriera.

Si parla quindi di permeabilità intestinale quando la funzione di barriera viene meno. È bene sapere che in condizioni normali esiste una permeabilità intestinale “di base”, temporanea, che è essenziale per alcune funzioni vitali, come l’assorbimento di nutrienti, di acqua e di elettroliti. In questo caso l’interazione tra epitelio, muco, microbiota e sistema immunitario è efficiente, garantendo l’omeostasi intestinale e impedendo l’ingresso di agenti patogeni, sostanze pro-infiammatorie e antigeni dall'ambiente interno.

Fattori esterni, che approfondiremo più avanti, possono però portare ad un aumento della permeabilità intestinale, dove vi è un’alterazione cronica della regolazione della funzione di barriera.

Zonulina e aumento della permeabilità intestinale

Ma cosa accade di preciso nella permeabilità intestinale? Cos’è la zonulina? Spieghiamolo con un esempio molto semplice. Proviamo ad immaginare la parete intestinale come un cancello la cui apertura/chiusura è regolata da un telecomando. Questo “telecomando”, in biologia, prende il nome zonulina.

La zonulina è una proteina regolatrice (anche se non l’unica) che modula la permeabilità intestinale controllando le giunzioni strette tra le cellule epiteliali dell'intestino (enterociti). Le giunzioni strette sono, quindi, le strutture che preservano l'integrità della barriera intestinale.   Quando il “telecomando” zonulina non funziona come dovrebbe, il nostro “cancello” non si chiude correttamente, compromettendo la normale funzione di barriera.

Allo stesso modo, in condizioni fisiologiche inadeguate, la zonulina viene rilasciata in quantità eccessive e, legandosi ai suoi recettori sulla superficie delle cellule epiteliali intestinali, induce una cascata di segnali intracellulari che porta alla disgregazione temporanea delle giunzioni serrate. Di conseguenza lo spazio tra gli enterociti aumenta, rendendo la barriera intestinale più permeabile.

Aumento di zonulina e patologie associate

Al momento i principali fattori maggiormente associati ad un aumento della zonulina sono due: 

  • Batteri patogeni enterici in grado di produrre enterotossine
  • Gliadina, la proteina del glutine, contenuta ad esempio nelle farine di frumento, orzo, segale, farro.

Cosa succede se questa condizione non viene risolta?

Un intestino permeabile è una porta aperta per batteri, antigeni batterici, antigeni alimentari, tossine e altre sostanze nocive, che possono entrare nel flusso sanguigno provocando infiammazione sistemica, suscettibilità ad infezioni e risposte autoimmuni.

Si è visto, infatti, che a questa condizione sono associati problemi di minore entità, anche se fastidiosi, quali gonfiore, gas, crampi, stanchezza, allergie e sensibilità alimentari. Tra le problematiche di grande entità associate ad un aumento di permeabilità intestinale troviamo patologie importanti, tra cui:

  • Malattie autoimmuni: celiachia; diabete di tipo 1; artrite reumatoide; sclerosi multipla; spondilite anchilosante
  • Malattie infiammatorie intestinali: malattia di Crohn; colite ulcerosa; sindrome dell'intestino irritabile; sensibilità al glutine non celiaca
  • Disturbi metabolici: obesità; diabete di tipo 2; insulino-resistenza; steatosi epatica non alcolica; diabete gestazionale; iperlipidemia
  • Malattie neuroinfiammatorie: disturbi depressivi; ansia; disturbo dello spettro autistico; sindrome da stanchezza cronica o encefalomielite mialgica
  • Tumori

Comprendiamo bene che una barriera intestinale efficiente rappresenta una strategia terapeutica che influisce profondamente su tutto il nostro organismo, non solo per prevenire ma anche per trattare e controllare le patologie associate.

Permeabilità intestinale: test della zonulina

Per valutare la permeabilità intestinale si ricorre al test della zonulina, che è diventato uno strumento diagnostico sempre più diffuso. Esistono due varianti principali del test della zonulina: 

  • Zonulina sierica
  • Zonulina fecale

La zonulina sierica misura i livelli di zonulina nel sangue e viene generalmente raccomandata in associazione ad altri parametri al fine di valutare eventuali malattie autoimmuni o i disturbi metabolici.

I valori normali della zonulina sierica sono generalmente considerati inferiori a 40 ng/mL.

La zonulina fecale fornisce informazioni più specifiche sulla permeabilità intestinale e può essere più indicata per la valutazione di patologie gastrointestinali.

I valori normali della zonulina fecale sono generalmente considerati inferiori a 107 ng/mL.

La scelta della valutazione tra la zonulina fecale e la zonulina sierica dipende spesso dal quadro clinico del paziente, che viene valutato da un professionista sanitario. In ogni caso, il test della zonulina rappresenta un valido supporto nella valutazione della permeabilità intestinale, consentendo quindi gli interventi dietetici e integrativi adeguati.

Prevenzione e alimentazione

L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella permeabilità intestinale, poiché influenza in modo diretto la composizione del microbiota e la funzione di barriera.

Come già detto, uno dei principali fattori irritanti dell’intestino è il glutine (anche per chi non è celiaco!), insieme agli zuccheri (fruttosio, glucosio, saccarosio e carboidrati raffinati), che costituiscono un cibo prelibato per i batteri patogeni.

Anche gli additivi alimentari sono stati correlati con l’aumento di permeabilità intestinale, interferendo con le giunzioni strette e promuovendo il passaggio di antigeni immunogeni all'organismo. In ultimo, è bene limitare il consumo alcol e ricordare che anche antibiotici e farmaci ad utilizzo quotidiano possono compromettere la normale funzione di barriera intestinale.

Rivolgendosi ad un professionista, è possibile impostare una dieta adeguata e personalizzata, che tenga conto della risposta soggettiva del paziente. In linea generale la dieta più raccomandata è low FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) e ricca in fibra alimentare, che viene digerita da enzimi e fermentata dai microrganismi, i quali, rilasciando acidi grassi a catena corta (butirrato e propionato), contribuiscono a mantenere l’intestino in salute.

Prevenzione e integrazione

È stato ad oggi dimostrato che i nutraceutici in sinergia con l’alimentazione garantiscono ottimi risultati in termini di ripristino della corretta permeabilità intestinale. I principali target dell’integrazione in questi casi sono: il trattamento della disbiosi; il contenimento dei processi infiammatori; il nutrimento degli enterociti; la modulazione della risposta immunitaria.

Tra i più importanti nutraceutici troviamo:

  • Probiotici
  • Glutammina
  • Arginina
  • Vitamina D
  • Teanina
  • Polifenoli (quercetina, curcumina, epigallocatechingallato, resveratrolo)
  • Omega 3
  • Erbe medicinali
  • Oli essenziali

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La conoscenza è potere: informarsi e agire preventivamente può fare la differenza nel mantenimento della salute intestinale e generale. Il benessere inizia dall’interno.

Bibliografia



lucrezia palizzato
Tania Polla

Laureata in Biotecnologie Mediche ed abilitata alla professione di Biologo Nutrizionista. Si occupa di nutrizione e integrazione funzionale, elaborando piani personalizzati e incoraggiando ad uno stile di vita sano e consapevole.

 

 

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